210 milioni di tagli al bilancio regionale sono l’ultimo “furto” del Governo Renzi ai cittadini toscani. Con la consueta arroganza e incapacità ha evitato di siglare l’intesa con le Regioni prima del voto finale sulla Legge di Bilancio nazionale. Una furberia che porta la Toscana a dover tagliare di netto politiche centrali: meno 63% sulla sicurezza, meno 55% a istruzione e diritto allo studio, meno 33% alle politiche sociali, meno 53% allo sviluppo economico. Davanti a tutto ciò si spiega solo col consueto spirito di corpo del Partito Democratico il silenzio colpevole di Rossi e dei consiglieri regionali PD toscani, che forse sperano di addolcire la pillola in un’intesa Stato Regioni che non arriverà prima del 31 gennaio e comunque, visti i rilievi della Commissione Europea sui nostri conti nazionali, non potrà spostare in meglio la situazione. Il poco che il bilancio nazionale ha messo per gli enti locali, evitando di definire come dividerlo, sarà infatti tra le prime coperture spendibili dal Governo per assecondare le richieste dalla Commissione.
Intanto chi paga questa incapacità di governo restano i cittadini: avranno meno servizi e addirittura la riduzione dei fondi per quelle politiche sociali mai come oggi cruciali per superare un’emergenza povertà che riguarda 155 mila famiglie toscane. Con questo taglio anche le coperture della nostra proposta di reddito di cittadinanza sono in larga parte saltate. In momenti come questi servono gesti che danno il metro di un modo di fare politica: noi abbiamo rinunciato alla metà del nostro stipendio, attendiamo dal resto dei gruppi politici, PD in testa, un’iniziativa simile, magari unita al rifiuto del vitalizio da parte di Rossi, Chiti, Martini e i restanti 157 aventi diritto. Con quei soldi potremmo togliere dalla povertà 398mila persone in tre anni.
Gabriele Bianchi – Enrico Cantone
Commissione Affari Istituzionali e Bilancio