Il Movimento 5 Stelle porta il problema delle fitopatie aggressive in Regione. Le soluzioni per fermare la strage di palme, olive, castagni e pini al centro della mozione in discussione martedì in Consiglio Regionale.
“Il punteruolo rosso da anni falcidia le palme della costa toscana, comportando pesanti spese alle casse dei Comuni già allo stremo per i tagli governativi. Ma i danni da fitopatie aggressive non si fermano alle palme. Anche quest’anno la mosca olearia ha ridotto la resa degli ulivi in molti territori e si contano ancora tra Arezzo, Firenze, Massa Carrara e Pistoia, i 19 milioni di danni per l’attacco 2014 del cinipide del castagno e anche quest’anno molta della resa degli ulivi. Per non parlare della continua riduzione di pinoli forniti dai circa 4mila ettari di pinete di pino domestico nelle aree dell’ente parco regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli”.
“La soluzione a questi problemi passa dalla lotta biologica con gli antagonisti ma per farlo serve un piano integrato e anche una revisione normativa a livello nazionale. Per quest’ultima chiediamo alla giunta uno sforzo in Conferenza Stato-Regioni. Mentre per il Piano Integrato la Regione potrebbe agire direttamente, superando la condizione attuale che la vede stimolare i servizi fitosanitari regionali perlopiù in presenza di decreti, anche governativi, di lotta obbligatoria su nuove emergenze. Questo perché tale atteggiamento ci rende poco efficaci negli agire su quegli organismi nocivi che già da tempo sono nel territorio e continuano a far danni”.
“Nel Piano auspicheremmo la presenza di interventi a tappeto su parassiti, fitopatie e epizoozie, coordinati dai servizi fitosanitari regionali, anche se sappiamo che i quasi 190 milioni di ulteriore tagli governativo sulle casse regionali saranno pagate ancora una volta dai cittadini, in assenza di servizi. Speriamo almeno che si attivino incentivi e sgravi fiscali per chi usa microorganismi del suolo per risanare il terreno, azione cruciale per potenziare resa e sistema immunitario delle piante”.
Irene Galletti