All’interno della conferenza stampa sull’inchiesta ATO Toscana Sud, il Movimento 5 Stelle presenta la propria proposta regionale di riforma organica del sistema integrato di gestione dei rifiuti.
“Da forza di governo non ci basta rilevare i problemi e stimolare la magistratura all’intervento, come avvenuto per l’inchiesta ATO Toscana Sud. Presentiamo l’alternativa: la nostra proposta di legge sull’economia circolare per una Toscana a “Rifiuti Zero”. È indispensabile aprire in Toscana un percorso virtuoso nella gestione dei rifiuti, che devono essere considerati come una risorsa ed una concreta opportunità di rilancio dell’economia regionale e quindi anche dell’occupazione. La scienza ci dice infatti che ogni milione di tonnellate di rifiuto riciclato si ottengono 2mila posti di lavoro”.
“La nostra legge facilita la transizione della Toscana verso un modello di economia circolare, così come indicato dagli indirizzi europei, superando in tal modo il sistema attuale, definito di tipo “lineare”. Stabiliamo infatti, ai fini della programmazione regionale, obiettivi chiari di
– riduzione del quantitativo di rifiuto urbano non inviato a riciclaggio: 150 kg per abitante/anno entro il 2025 e 81 kg per abitante/anno entro il 2030;
– la riduzione della produzione procapite di rifiuti urbano entro il 2020 di almeno il 20%;
– una raccolta differenziata media in Toscana del 75% entro il 2020 – oggi è di poco sopra il 43%;
– un riciclaggio di materia portato al 70% entro il 2020 e di lì a salire”
ha segnalato il consigliere regionale M5S.
“Tutto questo si ottiene con alcuni ingredienti portati a regime in tutto il territorio toscano, come la raccolta porta a porta con tariffa puntuale obbligatoria, dove il cittadino o il negoziante – che magari con fatica dividono i rifiuti prodotti – sono incentivati a farlo perché pagano il servizio in proporzione solo a quanto non differenziano”.
“Ma soprattutto gli obiettivi si raggiungono rivoluzionando il sistema PD di gestione con alcuni ingredienti: via i tre macro ambiti territoriali e via i conflitti di interesse, con pochi passaggi. Il primo: la separazione netta tra chi cura la raccolta dei rifiuti urbani e chi li smaltisce. La raccolta spetterà ai Comuni, anche in forma consortile, ma su ambiti territoriali più piccoli: massimo 90mila abitanti o 100 mila tonnellate annue di raccolta, come ricordato dall’Antitrust nazionale. Mentre lo smaltimento dev’essere lasciato in mano ad imprese private, in libero mercato, togliendo però gli attuali cortocircuiti da conflitto di interesse. Chi gestisce la raccolta non può essere neppure azionista di chi cura lo smaltimento, altrimenti succede come in ATO Toscana Sud dove non si stimola la raccolta differenziata, perché bisogna garantire livelli minimi di materiali ai gestori di discariche e inceneritori. Infine un punto che ci sta a cuore, rinforzato dallo stop all’impianto di Case Passerini di ieri che rendiamo con questa legge inutile approvando una moratoria sugli inceneritori: in tre anni li chiudiamo tutti e, d’accordo coi gestori, saranno riconvertiti ad impianti a freddo”.
“Ma non solo: chiediamo che sia la Regione a dare il buon esempio e viri su acquisti esclusivi da recupero o riciclo fino al 100% entro il 2050 (50% nel 2020). E a monitorare e aggiornare il tutto ci sarà il Forum permanente per l’Economia Circolare, con componenti delle tre Università Toscane, dei Distretti Industriali – cioè chi dovrà curare la riduzione alla fonte del rifiuto urbano e del rifiuto industriale – delle organizzazioni ambientaliste, di ANCI e per la Regione il referente di ARPAT. Il Forum recepisce l’esempio virtuoso del Centro Rifiuti Zero di Capannori, un’eccellenza Toscana che questa legge del Movimento 5 Stelle finalmente recepisce a livello regionale”.
Sui tempi della proposta di legge, Giannarelli ha chiarito che sarà per 60 giorni sottoposta al vaglio degli iscritti M5S sulla piattaforma Rousseau, nonostante il testo sia il frutto del percorso partecipativo iniziato con la stesura del programma elettorale per le regionali 2015 e proseguito con tavoli di lavoro durante i 16 mesi di consiliatura. “Noi crediamo nella partecipazione e anche oggi ne diamo prova. Sappiamo dire No quando necessario, come faremo il 4 dicembre, ma abbiamo molto chiari i nostri Sì”.
Giacomo Giannarelli
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