“Nel 2014 i nostri gruppi locali elaborarono una mozione per autotutela dei Comuni di ATO Toscana Sud, dove quanto rilevato dai magistrati era già scritto nero su bianco. Quando presentammo l’atto nei consigli comunali dei territori coinvolti – Siena, Arezzo e Grosseto – gli amministratori locali, soprattutto PD, ci derisero dicendo “se fosse vera la metà delle cose che dite arresterebbero delle persone”. Intanto uno l’hanno già arrestato ed altri li hanno interdetti. E non crediamo finirà qua” ha dichiarato in conferenza stampa Giacomo Giannarelli, consigliere regionale M5S vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio.
“Ma il dato politico importante che denunciamo oggi è il fallimento del sistema di pianificazione dei rifiuti voluto dal Partito Democratico, Rossi in testa. ATO Toscana Sud era il modello apripista per gli altri due Ambiti Territoriali enormi: Costa e Centro. Oggi possiamo dire che è fallito sotto tutti i punti di vista, al di là degli arresti. 800 mila cittadini di Siena, Arezzo e Grosseto pagano la TARI più alta, per un servizio pessimo di Raccolta Differenziata guidato da un sistema a quanto pare corrotto alla radice. Un modello da rifiutare quindi, altro che esportarlo al resto della Toscana come vuol fare il PD. Siamo qua per entrare nel merito di questa vicenda, stimolare nei cittadini le domande giuste perché non dobbiamo abituarci a questa malagestione della cosa pubblica. Non dobbiamo abituarci agli arresti. Spiegheremo quanto accaduto, attraverso la voce di chi ha portato alla luce quanto avete letto oggi sui giornali, e daremo la soluzione a quanto ci compete come forza di governo: una migliore gestione del sistema rifiuti toscano, riassunta nella nostra proposta di legge sull’economia circolare che presenteremo oggi al termine della conferenza stampa” ha dichiarato in conferenza stampa Giacomo Giannarelli, consigliere regionale M5S vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio.
“A noi legali è stato chiesto un contributo tecnico sul sistema di gestione integrata dei rifiuti dell’ATO Sud, all’interno di un lavoro analitico realizzato dai gruppi locali del Movimento 5 Stelle interessati” ha aggiunto l’avvocata Donella Bonciani.
“Abbiamo così esaminato dei documenti accessibili a tutte le amministrazioni, perché pubblici, relativi alla gara d’appalto di assegnazione del servizio a Sei Toscana e al contratto sottoscritto con quest’ultima. Abbiamo evidenziato gravi criticità e irregolarità in entrambi. Questo lavoro si è tradotto in una mozione dove queste irregolarità e criticità furono evidenziate chiaramente. La mozione fu anche postata su un sito, Rifiutopoli, nel 2015, per darne la più ampia diffusione ed è stata fatta arrivare anche in quei Comuni interessati dalla gara dove non erano presenti consiglieri M5S. Nessuna delle amministrazioni l’ha approvata. E quanto si chiedeva non era sconvolgere da un giorno all’altro il sistema, era compiere atti di autotutela entro l’ATO Toscana Sud per esaminare tali documenti messi a disposizione da anni ed eventualmente annullare gara e contratto. Purtroppo per i cittadini questo non è stato fatto” ha concluso l’avvocata Bonciani.
“Il contratto sottoscritto nel marzo 2013 è stato il primo documento che abbiamo analizzato – ha aggiunto l’avvocato Claudio Fiori, parte del gruppo M5S di analisi – un documento di 97 pagine, tre volte lo schema tipo approvato dalla Regione Toscana. Nella delibera di approvazione scrissero “apportate leggere modifiche” e si commenta da solo. Leggendo il contratto emergevano situazioni strane, evidenti. Il contratto pensate prevedeva e prevede che il progetto di realizzazione del servizio fosse da presentarsi dopo l’aggiudicazione, cioè il concorrente non presentava prima come avrebbe svolto le attività e l’importo corrispettivo era basato ad esempio su un calcolo raccolta cassonetto tot euro. Ma quanto costa il servizio dipende da come lo realizzo: se un cassonetto lo svuoto una volta a settimana per 4 euro, costo meno ma con un servizio più scarso, rispetto a chi lo svuota a 3 euro ma 10 volte a settimana. Come si può fare una gara con queste premesse”.
“Quando oggi ho letto l’articolo con le parole della Procura riprodurre quanto abbiamo scritto due anni fa nella mozione ho provato un po’ di soddisfazione: nella selezione avevano inserito dei criteri cuciti su misura per far vincere Sei Toscana. L’esempio lampante era il caso TIA: nel bando si prevedeva che appena vinta la gara il concorrente avrebbe dovuto pagare al precedente gestore quantomeno 10 milioni di TIA non riscossa. Se io come vinco la gara devo pagare il precedente gestore, che partecipa alla gara, è evidente che privilegio questo, perché è l’unico che se vince di certo non si deve auto pagare 10 milioni. Guarda caso il principale creditore TIA era Siena Ambiente, capofila di SEI Toscana. Ma ne ricordo un’altra: la durata del contratto, indicata “tra 15 e 25 anni”. Se io vinco una gara per espletare un servizio pubblico, i miei utili vengono dall’economicità di come gestisco il servizio, dovrebbero essere contenuti, ma avete visto l’anno scorso SEI Toscana autocelebrare in conferenza stampa 4,5 milioni di utili senza ricordare che quindi hanno tolto quei soldi ai cittadini facendo pagare il servizio 4,5 milioni in più di quanto costa. Se l’affidamento dura 15-25 anni io ti do una forchetta di 1 miliardo di euro, i circa 160 milioni l’anno per 10 anni. Fa una bella differenza sapere se l’avrò o meno quel miliardo di euro, quando 10 milioni so già di doverli saldare appena entrato. Eppure questa nemmeno nel preavviso di gara fu indicato definitivamente se l’affidamento era per 15 o 25 anni” ha aggiunto l’avvocato Fiori.
“Infine l’ultima. Quando hanno vinto hanno modificato il contratto e hanno inserito delle regole fuori da ogni grazia di Dio. Ne dico una. È stata inserita una regola dove per qualsiasi ipotesi di scioglimento anticipato del contratto SEI Toscana avrebbe avuto diritto a rimborso della TIA non riscossa anticipata e altre somme dicendo che quei soldi erano non compensabili da crediti di ATO Toscana Sud e qualora non fosse arrivato questo pagamento il gestore restava in carico. Tradotto se il gestore era inadempiente a livello tale da chiedere lo scioglimento anticipato, il pubblico non solo non poteva chiedere i danni ma doveva tenersi il gestore. È come se chiamate qualcuno a rifarvi la casa e vi dice “però se sbaglio il mio lavoro, mi devi pagare lo stesso altrimenti non ti lascio il bagno libero”” ha concluso il legale.
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