Il Movimento 5 Stelle lancia l’allarme sull’infiltrazione mafiosa in Toscana con una conferenza stampa in Senato.
“Il Comitato Portuale di Viareggio, con una Delibera 23 del 12 ottobre 2015, ha dato una concessione trentennale per gestire un’area del porto, demolire l’esistente e ricostruire il 75% facendo immobili, come villette, piano terra e due piani. Chi ha goduto di questa interessante occasione economica, in area di pregio turistico, è però la MGL Yachting Service srl, le cui due socie paritarie sono mogli di due noti esponenti della criminalità organizzata: legati al clan dei Cursoti. Uno dei due è addirittura amministratore della società. I Cursoti sono uno dei clan più feroci della mafia catanese e queste persone sono già stati raggiunti da pregiudizi penali per 416bis, traffico di stupefacenti, corruzioni e altro. Come Movimento 5 Stelle a tutti i livelli istituzionali ci chiediamo per quale ragione un Comitato Portuale composto dal Presidente della Regione, l’assessore regionale, il Presidente della Provincia di Lucca, dal sindaco di Viareggio e dal Presidente della Camera di Commercio di Lucca abbia potuto rilasciare un atto così importante senza aver ben valutato chi erano i beneficiari. Bastava una ricerca su google per scoprire chi erano questi soggetti cui si stava concedendo un affare”
Mario Michele Giarrusso, senatore M5S.
“La mafia in Toscana c’è e l’unico a non accorgersene o far finta di niente è chi governa da 70 anni, il Partito Democratico. Abbiamo una maxi inchiesta su sversamenti illegali di fanghi nei terreni toscani, curata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Due giorni in Consiglio Regionale il PD ha bocciato le nostre richieste di costituzione parte civile nei procedimenti relativi e soprattutto un’indagine epidemiologica per capire i risvolti sanitari della vicenda. Da cittadino, prima che consigliere, sono preoccupato quando vedo bocciare proposte come queste da chi governa”
Gabriele Bianchi, consigliere regionale M5S.
“Noi siamo preoccupati del fatto che la Regione Toscana abbia usato Viareggio come porta di accesso per impossessarsi attraverso l’Autorità Portuale della gestione diretta di un bene demaniale, senza la necessaria trasparenza e il controllo del Comune, come accaduto con la delibera oggetto di questa conferenza. Perché non hanno chiesto il certificato antimafia?”
Anna Maria Pacilio, consigliera comunale M5S.
A Viareggio, ha aggiunto Giarrusso, “la società che possiede beni immobili comunali è fallita” così come, ricorda ancora Anna Maria Pacillo “sono scomparsi dal server in cui erano custoditi, titoli per circa 3 milioni di euro che il Comune avrebbe dovuto incassare”.