“Molti giovani disoccupati toscani hanno partecipato al bando “Pacchetto giovani 2015” da 20 milioni per avviare la propria azienda agricola. Purtroppo a distanza di un anno i vincitori della sottomisura 6.1 del Programma di Sviluppo Rurale regionale non hanno ricevuto gli importi promessi, nonostante nel frattempo abbiano dovuto fornire fidejussioni bancarie e coprire numerose spese di avviamento. Siamo al paradosso di giovani disoccupati che vogliono emanciparsi con l’aiuto dello Stato e si trovano a dover chiedere le garanzie a genitori e parenti per farlo, nell’incertezza del quando arriverà il contributo pubblico, sempre che arrivi”.
“Ho chiamato oggi l’assessore per ottenere risposta ai nostri quesiti prima del termine previsto. Mi ha segnalato che si attiverà quanto prima. Bene perché urgono chiarimenti e soluzioni per questi giovani cittadini sfiduciati dall’odissea che hanno vissuto finora. Il bando è stato emesso a novembre 2015, per parteciparvi l’aspirante imprenditore ha aperto partita iva e a gennaio ha verificato il proprio nome tra l’elenco beneficiari. Da lì sono iniziate le spese d’avvio mentre i tempi della burocrazia spostavano il saldo dell’importo vinto sempre più avanti. Nella primavera 2016, quindi mesi dopo, la Regione ha iniziato a chiedere documentazione aggiuntiva, inclusa la fidejussione di cui sopra, e a maggio la situazione sembrava sbloccata: entro 90 giorni doveva essere sottoscritto il contratto. Ma a distanza di mesi tutto è ancora in stallo: il contratto non è stato firmato, la Regione non risponde alle richieste di chiarimento e da ARTEA – soggetto deputato a liquidare l’importo – non è partito alcun bonifico verso il conto di questi giovani disoccupati, diventati ormai a proprie spese, intraprendenti agricoltori”.
“La situazione va sbloccata quanto prima anche perché è già stato emesso il bando 2016 e non vorremmo mai che i ritardi siano una costante di questo intervento, a solo beneficio delle banche che lucrano sull’indebitamento”.
Irene Galletti
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