Fa piacere leggere che Enrico Rossi abbia scoperto il problema povertà e parli di un reddito minimo d’inclusione. Meglio tardi che mai anche se per l’ennesima volta è una morte tragica, quella di Adam Zbigniew Koziol, a smuovere certe coscienze.
La nostra proposta di reddito di cittadinanza è pronta, ha passato il vaglio degli uffici legislativi ed è la soluzione ad un problema che riguarda 155 mila famiglie toscane. Un numero purtroppo ben più alto di quello che cita Enrico Rossi nelle sue dichiarazioni. Facile e scorretto ricondurre la povertà solo ai clochard, quando ormai il fenomeno coinvolge famiglie intere, soprattutto giovani, che un tempo erano classe media del paese.
Comunque se Rossi vuole combattere la povertà può passare presto dalle parole ai fatti. Alzi il telefono e chieda alla responsabile dell’Autorità di Gestione del POR FSE, settore della giunta regionale, di fornirci l’ultimo numero mancante per protocollare la nostra proposta di legge. Non sono bastati un’interrogazione in Consiglio e due richieste scritte per ottenerlo. Sarà mica che la giunta fa ostruzionismo per evitare al PD l’imbarazzo di arrivare a votare in aula contro una legge che darebbe un vero reddito di dignità a centinaia di migliaia di poveri toscani?