Sapete quanto teniamo alla lotta alla povertà. Giace da mesi in attesa di discussione la nostra proposta di legge per introdurre il Reddito di Cittadinanza regionale e risolvere il dramma di 155 mila famiglie toscane. Il PD è arrivato in aula a gennaio con un atto che impegnava la giunta a realizzare un Reddito di Solidarietà Attiva, una “elemosina” in confronto alla nostra misura che denunciammo come operazione di facciata. Avevamo ragione e lo dice l’emendamento PD che riscrive il Programma Regionale di Sviluppo (PRS) 2016-2020.
Inseriscono nel macroprogetto ‘Lotta alla povertà’ – ovvero tutte le iniziative di governo sul tema – anche la voce “Reddito di Solidarietà Attiva” ma non lo pongono come risultato atteso e soprattutto tagliano radicalmente i fondi a copertura dell’intero macroprogetto: sul 2017 l’insieme di azioni previste nel PRS originale indicava una spesa di 36,74 milioni di euro, il nuovo PRS del PD ne indica 30,42. Quindi altro che Reddito di Solidarietà Attiva!
Ma ancora peggio va ai toscani poveri nel triennio 2018-2020: nel documento precedente avrebbero ricevuto interventi per 36,77 milioni l’anno, mentre il nuovo PRS ne stanzia al massimo 9,38. Questa è una truffa sulla povertà della quale il Partito Democratico dovrebbe vergognarsi.
Entro come capogruppo in una fase delicata: l’approvazione appunto del Programma Regionale di Sviluppo. Parliamo dell’atto di indirizzo principale per la politica regionale, che il PD arriva a portare in Consiglio dopo quasi due anni, in forte ritardo. Un ritardo ingiustificabile e ingiustificato se si considera che questo documento è scritto tra l’altro con un pressapochismo disarmante. Addirittura contiene i copia incolla con le indicazioni del politico “soddisfatto” dalla richiesta, con tanto di cognome. La rappresentazione di una incapacità di governo pagata dai cittadini e confermata anche dalla quarta impugnazione normativa presso la Corte Costituzionale – quella della legge sul turismo – arrivata in meno di due anni ad opera di un governo nazionale dello stesso partito.
In conferenza stampa un giornalista mi ha chiesto rispetto alle proteste di Confesercenti per la possibilità di “rischio caos” per il comparto turistico dato dall’impugnazione governativa della legge sul turismo.
Ho risposto che il rischio caos lo annunciammo in Commissione e Consiglio, da facili Cassandre totalmente inascoltate dal PD. L’ultimo dei laureati in giurisprudenza si sarebbe accorto dell’illegittimità dell’art. 70, per lesione delle competenze nazionali. Ma ce ne sono altri di profili di illegittimità in quella legge: ne rilevammo dieci e chiedemmo l’abrogazione. Ora chi è responsabile di questo caos dovrebbe gestirlo. Proponemmo di riprendere leggi sul turismo di regioni più virtuose, non ci ascoltarono. Si assumano ora la responsabilità di fronte a 3 milioni e 600mila cittadini. I cittadini hanno una prima occasione di contestazione alle urne, nelle prossime amministrative.
“Faccio gli auguri ad Irene di buon lavoro, una delle sfide che si troverà ad affrontare insieme a tutti noi saranno le amministrative. Ci presenteremo a Carrara, Lucca, Pistoia, Camaiore, Quarrata, Pitigliano e Reggello. Lì affronteremo il Partito Democratico e gli altri gruppi rischiando di vincere. Sicuramente possiamo dire: Livorno non sarà più sola. Dopo le amministrative 2017 avremo altri Sindaci a Cinque Stelle anche in Toscana. Il passaggio di capogruppo è parte della nostra palestra politica, cittadini attivi liberi da interessi di parte che entrano nelle istituzioni e imparano come governarle. Perché quello è l’obiettivo del Movimento 5 Stelle: governare. E lo raggiungeremo anche in Toscana”.
“Denunciammo in aula il “furto” del Governo Renzi al bilancio dei toscani per 210 milioni. Ci risposero di aspettare metà febbraio con fiducia, perché il Governo avrebbe restituito il maltolto. Non è avvenuto e non avverrà. Anche questo è il pressapochismo del Partito Democratico, pagato sulla pelle dei toscani”
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