Oggi il capo gabinetto del Presidente della Regione Toscana doveva recarsi davanti al Giudice delle Udienze Preliminari (GUP). Il Giudice avrebbe dovuto decidere se accettare o meno la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Pisa per: lui, Ledo Gori, uno psichiatra dell’ASL 5 e Direttore della REMS di Volterra, Alfredo Sbrana, e il direttore sanitario dell’Asl Nord Ovest, Mauro Maccari. Reato ipotizzato dalla Procura: corruzione.
Secondo quanto abbiamo appreso dalle agenzie, il GUP avrebbe rinviato l’udienza al 4 giugno. Aspettiamo quindi quella data e le evoluzioni giudiziarie di questa storia per capire come andrà a finire. Certo è che se l’accusa fosse confermata fino ad arrivare in giudizio con eventuali condanne, ci troveremmo di fronte al racconto di un sistema torbido, dove le scelte non sono fatte per l’interesse collettivo, seguendo logiche politiche e partitiche che non permettono alla nostra regione il pieno sviluppo delle sue eccellenze. Un sistema torbido che forse include anche quel mondo del finanziamento delle campagne elettorali sul quale il Presidente dell’ANAC ha chiesto maggiori strumenti e poteri di controllo; richiesta che chiediamo a Rossi di sostenere come Presidente della Regione Toscana anche nell’ottica di quell’aggiornamento del Piano Anticorruzione del quale gli abbiamo già chiesto conto.
Per capire comunque bene di cosa sto parlando, torno ai fatti descritti sui giornali in merito a questo caso toscano.
Secondo l’accusa della Procura Ledo Gori avrebbe raccolto voti nella campagna elettorale regionale 2015 per il consigliere uscente Ivan Ferrucci (poi non eletto) anche tramite la richiesta esplicita – intercettata telefonicamente dalla Guardia di Finanza – allo psichiatra dell’allora ASL 5 di “votare e far votare” quel consigliere regionale uscente.
Questo avvicinamento di Gori a Sbrana, sempre secondo l’accusa (a quanto si apprende dalla stampa), avrebbe avuto come contropartita personale un favore realizzato attraverso Maccari.
All’epoca dei fatti Maccari era Commissario nell’ASL di Pisa, prima della nascita – per la riforma Saccardi Rossi da noi ampiamente criticata – della macro ASL Toscana Nord Ovest di cui è oggi Direttore Sanitario.
In qualità di Commissario, Maccari avrebbe potuto attribuire tramite delibera l’incarico di primario facente funzioni dell’U.O. Psichiatria, ruolo lasciato libero nel 2014 per un pensionamento. Ma proprio nel 2015 sceglie di realizzare una selezione interna, vinta poi da Sbrana.
Secondo l’accusa la selezione fatta in un certo modo servì al presunto scopo illecito e come prova di ciò la Procura ha portato agli atti anche una telefonata dove Sbrana “commenta con soddisfazione la decisione di Maccari di inserire tra i requisiti richiesti alcuni titoli ed esperienze che solo lui possiede” (fonte Il Tirreno, 3 aprile 2018).
Tentando quindi una sintesi: l’attuale capo di gabinetto del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, suo innegabile uomo di fiducia, avrebbe cercato voti per un candidato (Ivan Ferrucci, poi non eletto) promettendo anche ad uno psichiatra dell’ASL 5 di farlo diventare facente funzioni primario dell’U.O. di psichiatria in cambio del suo voto e di quelli a lui in qualche modo legati, il tutto sfruttando la sua capacità di orientare le nomine in sanità, facendo leva sull’allora Commissario (oggi Direttore Sanitario della macro ASL Toscana Nord Ovest) che anziché nominare qualcun altro per quel ruolo ha fatto una selezione pubblica cucita su misura per lo psichiatra prescelto.
Tutto questo, bene chiarirlo ancora una volta, secondo l’accusa mossa dalla Procura di Pisa.
Sicuramente una vicenda di psichiatria toscana. Ci diranno i giudici se illegale o meno.