Oggi decine di migliaia di cittadini toscani hanno potuto leggere su un articolo di stampa (fonte La Repubblica Firenze) che la ASL Toscana Centro ha approvato una delibera che certifica la privatizzazione in atto della sanità toscana.
Cosa dice la delibera? Invita i privati – cioè società o associazioni o cooperative – a presentare manifestazioni di interesse per il “progetto sperimentale acquisizione prestazioni specialistiche ed ecografiche a livello zonale per contenimento liste d’attesa”.
Traduciamo: siccome il servizio sanitario pubblico non riesce a garantire delle liste d’attesa decenti per 36 mila ecografie e 36 mila visite, allora la ASL Toscana Centro consente ai privati vincitori del bando di essere inseriti nel database del CUP e far risultare le disponibilità dei propri ambulatori e professionisti quando il cittadino o la cittadina bisognosa di quelle ecografie e di quelle visite si rivolgerà allo sportello del Centro Unico di Prenotazione (a sua volta già gestito da privati).
Quanto si prenderanno i privati per questo? 2,8 milioni di euro per un anno.
Come se li prenderanno? Riscuoteranno il ticket dai pazienti non esenti e poi compenseranno con ASL la differenza.
Sin dalla campagna elettorale abbiamo tentato di spiegare in ogni modo che chi governa oggi la Regione voleva la privatizzazione della sanità.
Lo abbiamo ribadito da dentro il Consiglio regionale, innumerevoli volte.
Spesso ci è stato chiesto da chi governa di portare delle prove e le abbiamo portate più volte. Ma qui siamo ben oltre la prova.
MODELLO LOMBARDO CI STA INVADENDO
Qui siamo alla messa a regime dell’importazione di quel modello sanitario lombardo che da sempre solo noi, come forza di governo, abbiamo contestato in Toscana. E sul punto sono tutti d’accordo, centrosinistra e centrodestra, con rare eccezioni personali o di corrente.
Il modello lombardo sta invadendo la Toscana e temiamo che qui trovi terreno fertile anche perché il privato sociale, che da no profit diventa profit, è letto da alcuni come serbatoio elettorale e il privato puro è letto da altri come fonte di finanziamento potenziale.
Ecco perché la delibera dell’ASL Toscana centro segna uno spartiacque fondamentale e va compresa partendo da una domanda: perché il sistema sanitario pubblico davanti all’obiettivo di ridurre le liste d’attesa sceglie di non assumere personale, non far lavorare di più e meglio le macchine pubbliche, optando invece per favorire ancora di nuovo il privato?
PRIVATO IN SANITÀ? SOLO PER EMERGENZA
Far lavorare il privato in sanità non conviene, se non in ottica emergenziale. Quindi perché chi governa contribuisce a creare l’emergenza per poi trovarsi nella necessità inevitabile di scegliere l’opzione privata?
Governare l’esistente significa affrontare l’emergenza, quindi è comprensibile la delibera per garantire il servizio. Su questo siamo assolutamente d’accordo, perché la priorità del servizio sanitario pubblico dev’essere la garanzia di un ottimo servizio, in tempi rapidi, per la cittadinanza.
Ma il vero buon governo lavora sulle cause che hanno generato l’emergenza, per rimuoverle nel medio lungo periodo.
E per questo presenterò un’interrogazione question time alla giunta regionale dove chiederò esattamente perché non ha ancora avviato l’impresa virtuosa di riqualificazione del sistema sanitario regionale pubblico, affrontando le cause dei problemi che inducono oggi questo sistema a cercare all’esterno, con le prestazioni private, la mano necessaria per soddisfare i bisogni di salute della cittadinanza.