L’11 aprile ho protocollato un’interrogazione su un fatto di cronaca di malasanità che mi aveva colpito.
Il 4 aprile un paziente di 77 anni colpito da ictus cerebrale sull’Isola d’Elba, valutato da “codice rosso”, è arrivato al Pronto Soccorso dell’ospedale di Portoferraio e dopo aver subito un intervento di trombolisi non ha potuto essere trasferito a Pisa, e ricevere quindi le cure adeguate e tempestive indicate dai medici, a causa dell’impossibilità di volo dei due elicotteri Pegaso di base a Grosseto e Massa, fermi a causa della scarsa visibilità. Un problema che, a quanto ha scritto la stampa in merito, avrebbe tenuto fermo anche l’unico altro elicottero disponibile: quello della Marina di stanza a Sarzana.
Questo povero paziente sarebbe stato così portato dall’ospedale al porto – per giunta tramite un’ambulanza arrivata da Porto Azzurro – per fargli attraversare il mare con un mezzo nautico, ma una volta arrivati a Portoferraio il progetto di utilizzare una motovedetta della Capitaneria di Porto è naufragato per l’impossibilità di caricare la barella dove il paziente era “spinalizzato” sul natante disponibile, perché l’altro (probabilmente adatto) era a Viareggio per manutenzione.
Il paziente è stato “caricato” quindi – con una scelta estrema ma inaccettabile – sul normale e lento traghetto “Moby Kiss” che, arrivato a piombino alle 14.40, ha permesso al paziente, tramite ambulanza, di arrivare a Pisa per le 16, quindi ore dopo l’evento infausto.
Dato che non è in nessun modo e per nessuna ipotesi accettabile un simile lasso temporale alla luce di quanto previsto dalle linee guida in materia, avevo presentato un’interrogazione all’assessorato alla sanità regionale, chiedendo risposta ad alcune domande precise sull’accaduto, tra le quali quali azioni verranno intraprese per identificare e sanzionare i responsabili anche in relazione al risarcimento che potrà essere richiesto e dovuto al paziente, nonché per evitare che quanto avvenuto possa mai ripetersi, e contestualmente in che modo il paziente verrà valutato – e risarcito – anche in relazione ai danni eventualmente causati o concausati dal ritardo.
Ho chiesto anche copia e valutazione della congruità di quanto accaduto con il “Contratto di Servizio” stipulato per il servizio di Elisoccorso 118 competente nell’ipotesi e insistente sull’area dell’evento.
Bene a pochi giorni di distanza dal protocollo dell’interrogazione apprendo dalla stampa che l’Azienda ASL Toscana Nord Ovest ha deciso di aprire un’indagine interna sul caso. Pare dopo una riunione che, per caso, sarebbe avvenuta proprio il giorno del protocollo dell’interrogazione – mercoledì 11 aprile – tra vertici ASL e Conferenza dei sindaci sulla sanità elbana.
Che interessante coincidenza.
Attendiamo quindi sia i risultati dell’inchiesta sia la risposta alla nostra interrogazione.
Ma soprattutto attendiamo e continueremo a chiedere con forza che il sistema sanitario regionale assicuri agli elbani la capacità di risposta ai loro bisogni di salute con lo stesso livello di prestazione oggi dato ai cittadini di Livorno, Pisa o la più vicina Piombino.