È in atto una strumentalizzazione del decreto dignità a danno dei lavoratori del comparto rifiuti. Sei toscana sta lasciando a casa decine di dipendenti con contratti di durata. La società, ormai è chiaro a tutti, vuole spingere i lavoratori verso le cooperative sociali per poi riassumerli abbattendo i costi.
Sei Toscana, che in questi anni ha attuato un sistema di gestione del personale basato sulla precarizzazione – vi sono interinali che lavorano in azienda da anni con contratti di somministrazione costantemente rinnovati – oggi, invece di procedere finalmente alla sacrosanta stabilizzazione di quei dipendenti, ferma i rapporti in essere e punta sulle cooperative di tipo b.
“L’impressione è che si voglia sostituire il personale somministrato con quello, meno pagato, delle cooperative sociali per risparmiare su stipendi e contributi. Temiamo che per avviare questa operazione i vertici dell’azienda abbiano messo le mani avanti iniziando a scaricare le responsabilità su di un atto governativo, in corso di approvazione, che ha invece come obiettivo la contrazione del lavoro precario”.
Ma non è tutto. Sei Toscana sta anche promuovendo delle nuove linee industriali che mirano al sacrificio della raccolta porta a porta, così come ventilato dall’amministratore delegato della società, Marco Mairaghi.
L’Ad di Sei Toscana, annunciando la virata verso i cassonetti “intelligenti”, si arroga la facoltà di decidere quali siano le buone pratiche di gestione dei rifiuti in Ato Sud, compito che non gli spetta. Ma soprattutto dimentica quanto il Movimento va dicendo da molto tempo: il sostegno alla pratica di raccolta porta a porta estesa a tutta la Toscana garantirebbe un sistema virtuoso di gestione e darebbe vita, così come evidenziato nel piano regionale rifiuti, a mille e cinquecento nuovi posti di lavoro. Una vera e propria boccata d’ossigeno per migliaia di famiglie toscane.
Il Movimento 5 stelle proseguirà dunque la propria battaglia affinché chi di dovere sia spinto ad assicurare un’alta efficienza dei servizi e un sempre maggiore risvolto occupazionale.