Realizzare una mappatura delle aree tartufigene della Toscana: questa la proposta della consigliera del Movimento 5 stelle Irene Galletti che annuncia un atto in Regione.
“A oggi – spiega – la rilevazione della presenza di questo straordinario frutto della terra non è uniforme su tutto il territorio. Esistono zone della Toscana mappate e altre no, una carenza che non favorisce l’ottimale promozione di questa filiera, né la tutela delle aree vocate: è paradossale l’avere un tesoro nei nostri boschi e non sapere quanto sia vasto”.
Sono circa 5mila, tra professionisti e occasionali, i raccoglitori di tartufi in possesso di regolare tesserino. La loro attività genera un giro d’affari notevole. “Nell’ultimo anno – sottolinea Galletti – solo grazie al rilascio delle autorizzazioni la Regione ha incassato circa 340mila euro. Meno di un terzo di questi proventi è stato però destinato all’attività di promozione e tutela del tartufo per tramite delle associazioni toscane: questo sorprende ancora di più se pensiamo alla proposta di legge approvata di recente proprio con le suddette finalità”.
Per Galletti è importante invece investire maggiormente in questo settore: “Per costruire un’adeguata mappatura occorrono circa 30mila euro. Un impegno economico irrisorio se confrontato con i grandi risultati che ne possono derivare”.
Lo studio destinato a individuare le aree tartufigene toscane “può essere redatto in collaborazione con gli istituti universitari grazie anche al supporto di esperti tecnici presenti sul territorio, realtà – afferma – che possono mettersi subito al lavoro”. Una volta predisposta, la mappa dovrebbe essere aggiornata con regolare cadenza periodica, “magari – conclude l’esponente del M5S – ogni tre anni”.