“È evidente che uno dei bersagli più colpiti dal coronavirus è quello degli operatori sanitari che pagano un prezzo altissimo: ieri stimavamo quasi 5000 operatori sanitari contagiati in Italia.
Il personale sanitario, poi, non diversamente dagli altri cittadini, va incontro a esaurimento fisico e mentale, in più ha la grande responsabilità (ansiogena) delle decisioni difficili di triage, sente pesantemente il peso e il dolore della perdita di pazienti e colleghi, oltre all’aumentato rischio di infezione personale, del rischio a cui sottopone anche i propri familiari e amici.
Inoltre gli operatori sanitari, come altri cittadini, si prendono anche loro cura dei genitori anziani o dei bambini piccoli. Anche gli operatori sanitari risentono drasticamente della chiusura delle scuole, delle politiche di allontanamento sociale e delle disposizioni sull’accesso ai negozi per procurarsi cibo e altri elementi essenziali.
Date queste premesse ho deciso di presentare un atto che chiede alla Giunta di prevedere il livello massimo di protezione individuale per tutti gli operatori sanitari a tutti i livelli. E’ insopportabile che così tanti operatori siano contagiati specie dopo l’esperienza cinese, che avrebbe dovuto insegnarci molto, e che il sistema si limiti alle dotazioni standard identificate come misure minime dalle linee guida dell’OMS.
È ipocrita sostenere che ogni infortunio sul lavoro deve essere evitato e far correre rischi così importanti agli operatori sanitari.
Occorre che la Regione si attivi immediatamente per fornire a tutti i sanitari impegnati nel contrasto al COVID-19 adeguati strumenti di protezione individuale, che rispetto, per esempio alle mascherine, non possono essere quelle chirurgiche, ma quelle con filtri certificati. Voglio ricordare che, alla luce della reale diffusione dell’epidemia, stimata fino a 10 volte superiore ai casi certificati dalla stessa Protezione Civile, tutti gli operatori sanitari si devono rapportare a qualunque paziente come se fosse portatore del virus.
Oltre a ciò è necessario effettuare a tutti i sanitari operanti sul territorio toscano, sia impegnati direttamente nel contrasto di COVID-19 accertati che impegnati con altri pazienti, tamponi o indagini sierologiche a tappeto.
Anche tra la popolazione civile occorre promuovere – anche diffondendole o favorendone l’acquisto – l’utilizzo delle mascherine protettive, allo scopo di contenere, soprattutto in un momento successivo alla cessazione di misure stringenti, di eventuali focolai di “ritorno”.
Stiamo attraversando un periodo difficilissimo ed è necessario che soprattutto chi è impegnato in prima linea contro il virus riceva le più adeguate misure di protezione. Molte persone, poi, tra la popolazione civile sono sfornite di adeguate mascherine. Occorre che la Regione intervenga anche qui, soprattutto per impedire che, speriamo a breve, eventuali contagi di ritorno. Solleciteremo dunque la Giunta regionale durante il prossimo consiglio regionale affinché intervenga con maggiore prontezza su questi importanti temi.”