“La sfiducia all’Assessore alla Salute, Simone Bezzini, è un atto che serve a indicare il fallimento di un intero sistema che da lui è rappresentato. Tuttavia sarebbe ingeneroso attribuirgliene interamente le responsabilità, perché è evidente che la catena delle decisioni che hanno generato i vari problemi non può interamente essere imputabile solo alla sua persona.”
Così Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle in Toscana, commenta il suo voto di sfiducia nei confronti dell’Assessore con delega alla Salute, Simone Bezzini.
“Con lui anche altri condividono delle responsabilità e questo va detto per onestà intellettuale, perché non diventi il capro espiatorio di turno. Queste responsabilità si devono ripercuotere sull’intera catena di comando, che è tutt’altro che perfetta e da sempre mostra evidenti falle. La nostra idea della Commissione nasceva con l’intento costruttivo di allargare la platea dei decisori, per porre rimedio agli errori compiuti e per far si che non si ripetessero. E non solo nella campagna vaccinale in corso, ma anche in quelle future che a detta degli scienziati si susseguiranno.”
“Le cose da condannare sono tante, non si possono ad esempio ignorare i passaggi in cui non si è data la corretta informazione ai cittadini, e di questo è responsabile anche il Presidente Eugenio Giani. Ogni volta che si è festeggiato per l’arrivo di nuovi dosi, creando delle condizioni da assalto alla diligenza del vaccino; con il click day attraverso piattaforme che non funzionavano e secondo delle priorità di accesso poco comprensibili, non solo a noi, ma anche alla maggior parte dei toscani. Per non parlare poi delle opacità sulle presunte “liste di riservisti” di cui inizialmente nessuno sapeva niente tranne poche persone, le dosi gettate a fine giornata, i vaccinati senza appartenere alle categorie previste, tutte questioni che devono essere messe sotto la lente di ingrandimento per non ripetersi più, e individuare i responsabili degli errori più gravi”.
“Ecco perché abbiamo votato la sfiducia, lo abbiamo fatto con la consapevolezza che questo atto certamente non avrebbe risolto il problema, ma era necessario dare un segnale politico forte a questa Giunta“.