Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle

Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato all’unanimità la mozione presentata dalla Presidente del Gruppo M5S Toscana, Irene Galletti, per l’introduzione di un salario minimo di 9 euro l’ora per tutti i contratti d’appalto relativi a lavori, servizi e forniture della Regione. Si tratta di una misura storica, volta a garantire maggiore equità salariale e sicurezza per i lavoratori coinvolti negli appalti pubblici.

“L’approvazione unanime di questa mozione rappresenta un passo avanti fondamentale per i diritti dei lavoratori in Toscana,” ha dichiarato Irene Galletti. “Con questa misura, nessuno impegnato in appalti regionali guadagnerà meno di 9 euro l’ora, un risultato che garantirà maggiore dignità e sicurezza a tutti i lavoratori coinvolti.”

La mozione prevede l’obbligo, per tutte le gare d’appalto regionali, di applicare il contratto collettivo maggiormente rappresentativo per l’attività svolta. Qualora le imprese appaltatrici propongano contratti diversi, l’amministrazione regionale effettuerà una comparazione delle tutele economiche e normative basandosi sui parametri fissati dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC). Questa misura ha l’obiettivo di contrastare il fenomeno dei contratti al ribasso e di tutelare i diritti dei lavoratori, come stabilito dalla Direttiva UE 2022/2041 e dalla Costituzione italiana.

“Si tratta di una vittoria per la giustizia sociale e per la sicurezza sul lavoro,” ha aggiunto Galletti. “Abbiamo voluto con forza questo provvedimento per proteggere i lavoratori dagli abusi e garantire loro un salario dignitoso. Un salario minimo a 9 euro l’ora non solo migliora le condizioni di vita dei lavoratori toscani, ma contribuisce anche a ridurre il rischio di incidenti sul lavoro, promuovendo una maggiore qualità e sicurezza nei luoghi di lavoro.”

“L’approvazione all’unanimità è un segnale forte dell’importanza della misura e della volontà comune di impegnarsi per una Toscana più equa e progressista” ha concluso Galletti.

L’iniziativa segna una svolta importante nelle politiche del lavoro in Toscana, ponendo la Regione come modello di innovazione e progresso in ambito di diritti sociali.