Giacomo Giannarelli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, e Massimo Bartoli, consigliere comunale M5S ad Agliana, hanno effettuato questa mattina un sopralluogo presso l’impianto di incenerimento di Montale cui è seguita una conferenza stampa nel palazzo del Consiglio Regionale,
“La relazione ARPAT del 12 ottobre è chiara l’inceneritore di Montale non è affidabile. Quindi, diciamo noi, va chiuso. Questo impianto solo a settembre ha sforato 20 volte i limiti di legge in 5 giorni. Nei primi otto mesi di quest’anno la linea 1 è stata interrotta nove volte, sette volte la linea 3. Ormai è chiaro che l’impianto di Montale ha oggettivamente almeno due gravi criticità: l’assenza di procedure interne e sistemi di allarme per la gestione del limite imposto nell’atto autorizzativo per l’ammoniaca e la gestione della non conformità relativa al superamento del valore limite emissivo per le diossine e i furani.
Davanti a questo quadro abbiamo chiesto alla Giunta di chiarirci le azioni che intende assumere nei confronti del gestore dell’impianto, Ladurner, per garantire la salute dei cittadini, quando nonostante le richieste di ARPAT non ha esitato nei primi giorni di settembre alla riattivazione della linea 1, ha disatteso le prescrizioni previste dalle autorizzazioni e non ha apportato alcun miglioramento impiantistico.
A Rossi diciamo: l’inceneritore di Montale va quantomeno fermato fino alla sua messa in sicurezza, ma per noi la soluzione migliore resta chiuderlo e ripensare immediatamente le politiche di gestione dei rifiuti di tutti i comuni che ad oggi si servono dell’impianto. L’impianto può essere riconvertito a freddo e con pochi mesi di buone pratiche l’incenerimento sarebbe solo un ricordo”.
Il consigliere comunale di Agliana M5S Massimo Bartoli ha aggiunto:
“Abbiamo chiesto gli atti al gestore e di fronte all’attesa eccessiva ci siamo rivolti al Prefetto. Neanche questo ha trovato risposta e questo è grave, ma soprattutto preoccupante. Cosa dice la fiala 57 che ha registrato gli sforamenti tra il 1 e 15 luglio? Perché ARPAT non ha trattato il tema? Siamo preoccupati per la salute di noi cittadini”