Capita che negli ospedali universitari toscani i precari tamponino necessità assistenziali e lavorino così oltre il dovuto, senza orari precisi o tutele di responsabilità. Parliamo di beneficiari di borse di studio e collaboratori libero-professionisti che sopperiscono alle carenze occupazionali e organizzative delle Aziende Ospedaliero-Universitarie in un regime ambiguo di regolazione delle loro prestazioni e assegnazione incarichi.

Abbiamo notato ad esempio che l’albo pretorio dell’AOU Pisana riporta per questa nel solo 2016 47 concorsi per nuove borse di studio, 30 rinnovi di beneficiari e 134 incarichi libero professionali. Per molti di questi ultimi la delibera relativa di affidamento recita persino “per garantire i livelli essenziali di assistenza”, una sorta di ammissione dell’Azienda circa il ricorso al precariato per evidente incapacità di gestire in regime normale le necessità occupazionali legate alle attività programmate.

Per i borsisti tra l’altro la questione è duplice: da un lato il regolamento attuale dell’AOUP – deliberato il 30 dicembre scorso – dichiara che le borse hanno durata non superiore a due anni e possono essere rinnovate una sola volta per un periodo equivalente al precedente. Attendiamo di capire dalla giunta PD se in Toscana, e in particolare nella AOUP, i titolari di borsa di studio sono dei lavoratori di serie b, mascherati, o svolgono – come norma vorrebbe – ruoli assistenziali con supervisione di un responsabile, per imparare al meglio un mestiere che auguriamo loro un giorno di svolgere qui con regolare contratto di lavoro.

ANDREA QUARTINI