Torniamo sul caso distacchi del servizio idrico con una mozione in discussione nel prossimo Consiglio regionale di martedì.
Il PD amico delle lobby e promotore di una gestione privatistica del bene acqua pubblica ci bocciò la proposta sul minimo vitale garantito, in barba all’indirizzo promosso dall’ONU e sposato da decine di comuni toscani.
Non ci siamo arresi e pretendiamo il voto favorevole martedì su una soluzione di governo territoriale che assicuri comunque l’accesso al bene vitale acqua anche agli indigenti: qualora il gestore del servizio idrico scelga la strada del distacco per garantirsi dei pagamenti arretrati, la Regione deve imporgli di informare preliminarmente il Sindaco che cura la salute della famiglia morosa e i suoi servizi sociali, al fine di scongiurare l’interruzione del servizio idrico.
La piaga dei distacchi colpisce ogni anno circa 300 mila famiglie nella sola Firenze, con punte di inciviltà come l’interruzione di servizio ad interi condomini per la morosità di una minoranza di condòmini.
Se il Partito Democratico, dopo aver usato le partecipate che gestiscono l’acqua pubblica come un serbatoio clientelare, non riesce ormai a curare l’interesse generale sul tema, almeno eviti contrapposizioni a questo atto di buon senso: prima di ogni distacco il gestore informi il Sindaco e l’area sociale per trovare una soluzione a garanzia dell’accesso a questo diritto inviolabile cruciale per la salute personale e pubblica.