COMMISSIONE ANTIMAFIA A FIRENZE. PRIMO RISULTATO NOSTRE DENUNCE

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La Commissione parlamentare antimafia non è a Firenze per caso. Viene su nostro sollecito dopo che in diciassette mesi di vita consiliare abbiamo messo sotto i riflettori scandali toscani dove la mafia aveva sempre una parte. I fanghi tossici, il caso Viareggio, l’uso discutibile dei beni confiscati come quello in piazza Signoria.

In ciascuno il rapporto tra attività illecita, comitati d’affari più o meno organizzati e pubblica amministrazione è risultato specchio di un problema serio del nostro Stato di Diritto: a poco valgono le leggi se poi manca il controllo. Quando in un Comitato Portuale dove siedono rappresentanti istituzionali di Regione, Comune e Provincia, si assegna una concessione senza chiedere il certificato antimafia ad un’azienda che, guarda caso, è proprio guidata da esponenti della criminalità organizzata, se non altro è evidente che manca il controllo. Poi certo inquieta che il funzionario delegato da Rossi e Ceccarelli a presenziare in quella occasione, poco dopo abbia lasciato il posto di lavoro, pare, di sua iniziativa.

ENRICO CANTONE

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