Era il 14 dicembre scorso quando nel motivare il nostro No alla Legge sul Turismo targata PD aggiungemmo quel profetico: “ci chiediamo se l’impugnazione governativa arriverà prima o dopo capodanno”. Ecco l’impugnazione è arrivata, in ritardo come ogni cosa che fa il Governo Renzi-Bis-mascherato.

Purtroppo non eravamo dei profeti, bastava conoscere le normative: quel testo era incostituzionale. Evidentemente abbiamo una competenza di governo superiore al Partito Democratico, nonostante lo stuolo di personale legislativo al suo servizio in questa Regione.

Con questa siamo a quattro leggi impugnate (Cave, Balneari, ATC e ora Turismo) in meno di due anni da un Governo nazionale dello stesso Partito. Ma prima di occupare tempo e denaro per approvare l’inapprovabile, non possono farsi prima una telefonata tra amici di Partito?

Certo quando una Regione pretende di definire in una legge aspetti come cosa sia un imprenditore siamo oltre l’ignoranza del diritto costituzionale e l’arroganza di chi osa pensandosi eccellente solo perché se lo dice ogni giorno allo specchio.

L’aspetto paradossale è che mentre il Partito Democratico toscano doveva solo ringraziare e sostenere le PMI che quasi da sole tengono in piedi il turismo toscano nonostante carenze infrastrutturali e una pressione fiscale indegna, si è messo a legiferare su quanto non gli competeva. Mentre il mondo si muove nella direzione del criterio oggettivo di spazi e servizi, la Toscana PD è rimasta ancora ad occuparsi dei soggetti che gestiscono le strutture. Dovevamo chiederci perché abbiamo quasi la metà del turismo straniero del Veneto o 3,5 milioni in meno dei flussi del Trentino. Queste erano la sfide conoscitive da mettere prima di ogni provvedimento normativo.

Mercoledì porteremo in aula un atto per puntare sul turismo sostenibile. Una chiave per portare qui da noi quei 20 milioni di turisti stranieri che oggi scelgono il Veneto prima della Toscana.

IRENE GALLETTI

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