Abbiamo preparato una proposta di legge sul sistema delle nomine. Una piccola rivoluzione meritocratica.
Siamo l’unico gruppo politico ad aver rinunciato alla lottizzazione delle partecipate e agenzie regionali. Ogni volta leggiamo i curriculum dei cittadini che si propongono alla Regione per la nomina e scegliamo tra questi chi ha più titoli di merito per l’incarico, certi che questo metodo assicuri l’interesse generale. Puntualmente però passano davanti a queste persone qualificate i nominati dai partiti secondo logiche di tessera. Dopo quasi due anni abbiamo deciso di provare a fermare questo scempio con una rivoluzione meritocratica tradotta in proposta di legge.
BASTA NOMINE PERSONALI, POTERE ALLE ASSEMBLEE
La prima novità che proponiamo è sostanziale: chi nomina dev’essere sempre un’assemblea rappresentativa e deve utilizzare un criterio meritocratico. Stop quindi alle nomine individuali del Presidente, sostituite da quelle della Giunta, e transizione di nomine oggi in capo a questa verso il Consiglio. È finita l’illusione che le scelte migliori vengano dagli uomini soli al comando, serve allargare la partecipazione.
MAGGIORANZA AMPIA SCEGLIE SU GRADUATORIA DI MERITO
Basta poi con lo strapotere della maggioranza, ogni nomina deve scaturire da un accordo largo – 3/4 dei voti – e su una graduatoria prodotta tra liberi candidati, senza raccomandazioni sottoscritte da presidenti dei gruppi politici o semplici consiglieri. Alla politica, ad esempio la Commissione consiliare competente sul tema, il compito di scegliere – anche a maggioranza semplice – i requisiti per le figure oggetto di nomina e i punteggi assegnati ad ogni requisito. Poi tutto deve procedere come nelle gare pubbliche: i candidati manderanno il loro curriculum, i tecnici assegneranno i punteggi per i requisiti richiesti dalla politica e su quella graduatoria prodotta si dovrà trovare un consenso largo (3/4 appunto) o procedere con estrazione a sorte.
OBBLIGO DICHIARARE APPARTENENZA ASSOCIAZIONI SEGRETE
Altra novità la dichiarazione obbligatoria dell’appartenenza ad associazioni segrete. Oggi possiamo sapere se il Presidente della partecipata regionale x ha la tessera ARCI, ma non è tenuto a dirci se è parte di una loggia massonica. Un problema di trasparenza tutt’altro che trascurabile nella nostra Regione.
STOP CONFLITTO DI INTERESSE
Inoltre introduciamo una stretta sul conflitto d’interesse: oggi non può fare il Revisore dei conti di Fidi Toscana il nipote di un funzionario della Regione che vigila sui suoi conti, ma può finirci la moglie del Direttore Generale. Un contro senso cui mettere fine.
PARITA’ DI GENERE E PREVENZIONE PATRONAGE
Infine inseriamo la parità di genere anche per gli organi di controllo contabile – dove mancava – e imponiamo lo stop di almeno cinque anni a nuovi incarichi nello stesso ente per chi ha fatto due mandati consecutivi. Un modo per prevenire il patronage: quello scambio clientelare dove a fronte di favori si danno magari posizioni amministrative che di certo non tutela l’interesse generale. Anche per questo a chi si dimostra non adeguato per l’incarico, oltre alla revoca aggiungiamo la possibilità di una sanzione pecuniaria. Perché vogliamo costruire davvero una Toscana fondata su legalità e merito.
La proposta di legge sarà per i prossimi sessanta giorni su Rousseau per la discussione tra gli iscritti. Intervenite numerosi. La democrazia diretta è la nostra forza.
[…] di poltrone stabilite qui dentro tra autorità, agenzie, società e fondazioni partecipate. Un metodo che abbiamo da sempre criticato perché antepone l’interesse di partito a quello dei cittadini e sul quale interveniamo con una […]