E’ arrivata la risposta della giunta regionale alla nostra interrogazione sul caso “Bulera”, discarica sita nel Comune di Pomarance.
Ci vorranno altri 60 giorni di esame regionale per capire se SCL Italia spa ha risolto le criticità emerse in Conferenza dei Servizi e può ampliare la discarica “Bulera”. Una notizia che non ci conforta, ma rende il metro di quanto il parere favorevole di luglio, con la sola prescrizione del ripristino ambientale, sia arrivato troppo presto.
Il punto però ci sembra più politico che tecnico: perché la soluzione ‘meno peggio’ è sintomo del fallimento politico a livello di pianificazione. Come giudicare altrimenti l’indicazione scritta dall’assessora Fratoni “il settore regionale competente da un punto di vista paesaggistico ha ritenuto preferibile utilizzare un sito già compromesso e autorizzare un ampliamento di una discarica esistente piuttosto che utilizzare nuove aree“?
Siamo allo schiaffo all’economia circolare. L’ennesima dimostrazione che PD e Rossi non vogliono o non sanno creare un ciclo virtuoso di gestione dei rifiuti capace di programmare la fine per inutilità di discariche e inceneritori.
La discarica di Bulera ha già raccolto 2,7 milioni di tonnellate di rifiuti. L’80% di questo flusso conteneva arsenico e a 10 anni dall’ammonizione europea sull’inquinamento della acque dell’alta val di Cecina la giunta regionale non si preoccupa di creare le condizioni per chiudere questa discarica ma del come tenerla in piedi. Se avessero votato la nostra proposta di legge sull’economia circolare il quadro sarebbe stato ben diverso.
Ancora una volta questa maggioranza Pd-Rossi si è dimostrata sorda ai richiami dei cittadini dell’Alta Val di Cecina, mobilitati contro l’ampliamento della discarica del Bulera. Vigileremo per capire il perché e se corrisponde al vero quanto raccontato da Il Fatto Quotidiano, ovvero la “promessa” alla discarica ampliata di terre di scavo dei lavori portuali a Piombino e Livorno e della tramvia fiorentina.
[…] Una recente inchiesta giornalistica getta ombre pesanti sul procedimento di ampliamento chiesto dalla SCL Italia spa e la Regione non può evitare di pronunciarsi a riguardo quando sta per fornire il suo parere finale su un’operazione così osteggiata dai cittadini. […]