I Consorzi di Bonifica vanno aboliti, lo diciamo da sempre: sono diventati delle stazioni appaltanti al punto che su 400 dipendenti solo centocinquanta sono operai. Essendo enti privati di diritto pubblico, nati da un decreto regio, non possiamo abolirli con una legge regionale ma la Regione poteva condurre una battaglia politica per capire come garantire sicurezza idraulica e manutenzione del patrimonio idrico senza questi carrozzoni. Esattamente quanto chiedevamo più di un anno fa al Consiglio regionale con un atto bocciato a maggioranza.
Sul tema leggiamo prese di posizione demagogiche dal cosiddetto “centrodestra”, bene ci vengano dietro, peccato che quando governavano l’Italia non hanno mai modificato l’impianto normativo che giustifica i Consorzi di Bonifica.
Come sempre noi affrontiamo con serietà la questione e non diamo alla popolazione false aspettative: il tributo, alto e odioso, è purtroppo legittimo. Provammo a contrastarlo sui ritardi dei Piani di Classifica, proponemmo anche l’invio insieme al contributo di una lettera con i giustificativi di spesa, cioè quali interventi il cittadino stava finanziando, ma il PD ci bocciò la proposta.
La battaglia non si ferma, a livello regionale torneremo a chiedere trasparenza sul contributo, ma è bene chiarire ai cittadini che la soluzione a questo problema passerà solo da una soluzione nazionale.