Dal 2008 la Corte Costituzionale ha sancito giusto quanto il buon senso suggerirebbe: i cittadini non dovrebbero pagare un servizio non fornito. Passati 8 anni da allora i gestori del servizio idrico toscano continuano a non applicare pienamente quella sentenza. Finora dei 309.598 cittadini aventi diritto al rimborso di quanto ingiustamente pagato ai gestori, solo solo 65mila, cioè il 20%, hanno rivisto i propri soldi. E questo per furbate dei gestori o complicazioni burocratiche della procedura. Così Acque ha potuto rimborsare solo il 5% degli aventi diritto, Gaia il 9%, Nuove Acque il 22% e Publiacqua il 39%.
Ma l’aspetto più incredibile di questa storia è che sembra continuare tutt’oggi. Molti cittadini ignari pagano la bolletta senza verificare che gli vengono imputati questi servizi di depurazione quando magari la loro casa non è allacciata ad alcuna rete fognaria o in questa manca il depuratore. Per questo chiediamo al Consiglio Regionale di votare le nostre proposte: la tariffa applicata ai cittadini includa solo i servizi effettivamente erogati e si smetta da subito col sistema assurdo del farci pagare prima quanto poi chiederemo sia rimborsato. Una furberia che rende il metro etico di quel PD che domenica vorrebbe la fiducia dei cittadini per cambiare la nostra Costituzione. Io dico NO”.
Giacomo Giannarelli