La fine del monopolio Kedrion farà risparmiare più di 3 milioni di euro all’anno ai cittadini toscani. Andrea Quartini (M5S): “Presenteremo interrogazione urgente, vogliamo chiarezza sulle assegnazioni passate”
“Ci siamo già occupati delle gare multiregionali per l’assegnazione quinquennale del servizio di lavorazione del plasma donato dai cittadini. Tutta l’Italia ha vissuto, dal 98 a oggi, di proroga in proroga, nel monopolio di Kedrion. Dopo il decreto ministeriale del 5 dicembre 2014, la Toscana si è mossa con grave ritardo nel bandire la doverosa gara (a tal proposito, presentammo un’interrogazione mirata) e ha dovuto prorogare la convenzione con Kedrion perché, come ci rispose l’assessore Saccardi il 3 luglio 2017: “nessun altro soggetto era in condizioni di poter garantire l’esecuzione del servizio in oggetto senza alcuna soluzione di continuità”.
La gara è stata finalmente bandita nel novembre del 2017. E la Toscana si è svincolata dal capofila Veneto (a cui si era affidata sin dal 98) per unirsi ad altre regioni (Lazio, Campania e Marche) nel consorzio Planet. Nel frattempo, la gara multiregionale bandita dal capofila Veneto (che prevedeva un rapporto qualità-prezzo 30/70) è stata vinta da un’altra ditta (Csl Behring, con un risparmio stimato di 55 milioni di euro) e, nonostante innumerevoli ricorsi da parte di Kedrion, a marzo 2018 il Consiglio di Stato ha autorizzato la ditta aggiudicataria a iniziare i lavori.
Ora la sorpresa toscana, pubblicata lo scorso 20 luglio da Estar: anche la gara multiregionale toscana, che aveva un rapporto qualità prezzo opposto a quella del Veneto, ovvero 70/30, ha visto nuovamente la vittoria di un’azienda diversa da Kedrion: la Rti Baxter-Baxalta. Società la cui offerta è stata evidentemente giudicata superiore a quella di Kedrion sia in relazione ai contenuti che al prezzo. L’offerta è stata infatti inferiore di 15 milioni di euro, con un risparmio per il consorzio di 42 milioni di euro + Iva. Tradotto: per i cittadini toscani ne deriverà un risparmio annuo di oltre 3 milioni e 300mila euro + Iva (16,5 milioni di euro + Iva nei 5 anni di fornitura) equivalenti, tanto per capirci – e ci si augura che il denaro risparmiato sia in tal senso impiegato, a doppio vantaggio per i cittadini toscani – all’assunzione di almeno 60 medici negli ospedali toscani; niente male considerando il momento storico in cui, per ridurre le ormai chilometriche e vergognose liste di attesa in sanità, e dopo molti tentativi non andati a buon fine in tal senso, la Regione ha scelto di finanziare l’intramoenia perché “non può assumere”.
Vigileremo dunque affinché le risorse risparmiate vengano investite in tal senso, nell’interesse esclusivo dei cittadini. Ma resta una domanda: per quale motivo chi ha scritto il capitolato tecnico ha ritenuto che il fabbisogno toscano di emoderivati (oltre 37 milioni di euro in 5 anni) fosse pressappoco equivalente alla somma dei fabbisogni di Lazio e Campania, laddove i cittadini toscani sono 3,7 milioni contro gli 11,7 milioni delle altre due regioni?”.