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TOSCANA COMMISSARIATA, MA IL PD NON VUOLE PARLARNE

Giovedì abbiamo appreso che la Toscana è stata commissariata, unica regione insieme al Molise, per non aver nominato il nuovo Garante per l’infanzia e l’adolescenza. Ci sembrava un tema importante, degno di una comunicazione dedicata, ma il Partito Democratico ha omesso di elencarla tra i temi all’ordine del giorno della seduta di domani e mercoledì. Un’omissione grave della quale chiederemo conto al Presidente Giani all’apertura dell’assemblea.

La Regione Toscana manca di questa figura dal 30 giugno 2015. Non parliamo di bruscoline ma di chi ad esempio verifica l’operato dei servizi sociali riguardo la tutela dei minori, potendo richiedere provvedimenti a riguardo alle amministrazioni comunali competenti.

Abbiamo tentato da due anni di spiegare al PD che doveva procedere alla nomina e che né l’idea del Garante unico per difesa civica, difesa dei minori e dei detenuti, né lo scegliere di non scegliere avrebbero preservato la Toscana da questa bocciatura imbarazzante. E avevamo ragione.

GABRIELE BIANCHI

A 18 MESI DALL’EVENTO MEDIATICO, RISONANZE ZERO A PONTE A NICCHERI

Ieri ci è arrivata la risposta alla nostra interrogazione sull’effettivo utilizzo dell’apparecchiatura per risonanze magnetiche nell’Ospedale di Ponte a Niccheri.

Nell’aprile 2016 fece clamore l’installazione ‘dal cielo’ del ‘grande magnete’ destinato a consentire, insieme al suo gemello, la diagnostica RM ai cittadini del bacino fiorentino.

Sono passati diciotto mesi da allora e ancora l’apparecchio per le risonanze magnetiche non ha prodotto alcuna diagnosi. Attualmente stanno ultimando la formazione del personale, ci ha risposto Saccardi, e ‘l’inizio dell’attività è garantita entro la fine del mese di ottobre 2017. Bene, speriamo i tempi siano rispettati visto che dall’annuncio mediatico di mesi ne sono già passati già troppi.

Ai cittadini interessa capire quando saranno azzerate le liste d’attesa e ci fa piacere leggere che quando le apparecchiature RM saranno a regime potranno garantire fino a 10mila indagini l’anno. Peccato non sia stata raccolta la nostra proposta a Saccardi di consentire l’offerta anche la domenica, e non solo fino al sabato mattina, tramite opportuna turnazione o assunzione di nuovo personale.

Siamo ancora una volta davanti alla dimostrazione di quanto il modello Rossi-PD spinga per una sanità pubblica sempre più centrale d’appalto per servizi offerti poi ai cittadini da società private e quindi sempre meno per l’opzione M5S: potenziare il servizio pubblico perché conviene sotto tutti i punti di vista, se ben gestito.

ANDREA QUARTINI

p.s. video de Il Corriere Fiorentino, disponibile da questa pagina

PD RIESCE A RENDERE LA ‘CACCIA’ FUORILEGGE. PIANO FAUNISTICO VENATORIO SCADUTO DA DUE ANNI E GIUNTA ROSSI NON HA FATTO PROROGA

La Toscana è ‘fuorilegge’ in materia di caccia, il suo piano faunistico venatorio è scaduto da due anni e la giunta PD-Rossi non ha disposto alcuna proroga. Secondo la normativa statale in assenza del Piano non si possono decidere anticipazioni o posticipazioni della stagione venatoria, come invece la Regione Toscana ha fatto. Per uscire dall’illegalità c’è solo una strada: la giunta regionale deve portare in Consiglio un nuovo Piano Faunistico Venatorio e farselo approvare. Nel frattempo per la legge la caccia andrebbe sospesa.

Il Piano faunistico venatorio regionale è l’atto cardine del governo sul tema, sancito dalla legge 157/1992 e sempre ben citato da tutte le leggi regionali di attuazione. Da due anni è scaduto e nessuno se n’era accorto?

Tra l’altro il PD è riuscito persino a togliersi da solo l’unico escamotage normativo per avere un minimo di legalità, abrogando a marzo 2016 l’articolo della legge regionale che teneva in piedi i piani faunistici provinciali. Da quel 1 marzo 2016 quindi la Toscana è priva di qualsiasi norma di governo sulla caccia e in questo modo la maggioranza PD ha messo in crisi la legittimità di atti fondamentali, regolati proprio dal Piano, come gli indennizzi agli agricoltori colpiti da danni della fauna o le aree in cui si può o meno sparare alla selvaggina.

Non siamo entrati nella questione tutta interna al PD sulla fiducia a Remaschi dopo il caso della telefonata a Santini, erano e restano fatti loro. Ma a Remaschi va tolta la fiducia per mancanze come queste, che dimostrano la sua incompetenza verso i toscani rispetto alle materie a lui assegnate come assessore. Anche se è bene ricordare che ogni sua iniziativa, inclusa la legge 10/2016 per noi illegittima, è sempre diventata legge grazie al voto favorevole di tutti i consiglieri regionali del Partito Democratico.

IRENE GALLETTI

RETTORE DEI RIDUTTIVO SU CORRUZIONE E NON FORNISCE STIMA SU DOTTORANDI E ASSEGNISTI NEGLI STUDI PRIVATI DEI LORO PROFESSORI

Oggi in Commissione l’audizione del rettore dell’Università di Firenze, Luigi Dei, unico dei tre a rispondere subito alla nostra convocazione.

Come Movimento 5 Stelle avevamo chiesto di audire i tre rettori delle Università toscane per avere un quadro chiaro sul problema corruttivo negli atenei. Ringraziamo il rettore Dei per aver offerto il suo contributo, anche se riteniamo riduttivo parlare di episodi circoscritti a fronte di un sistema sano. Se fosse stato così sano Philip Laroma Jezzi non avrebbe subìto quanto ha subìto e soprattutto a seguito della sua denuncia avrebbe ricevuto ben più che le poche dichiarazioni di solidarietà dai colleghi in ambito accademico.

Sarebbe stato interessante conoscere i dati su quanti casi sono stati denunciati alla vigilanza interna anticorruzione e spiace che Dei non abbia saputo rispondere alla mia domanda su quanti dottorandi e assegnisti si trovino a prestare servizio presso i propri Professori negli studi privati dove questi esercitano la libera professione. Una situazione che sembrerebbe diffusa e rende complesso a chi vigila discriminare tra attività accademiche, dove dovrebbe vigere l’interesse generale, e quanto richiesto in un ambiente privato dove si coltiva invece l’interesse dei docenti che poi giudicano le prime.

Siamo dispiaciuti dell’assenza dei rettori degli altri due atenei toscani e auspichiamo sia realizzata quanto prima con loro la seconda audizione preventivata oggi. Soprattutto dal rettore Mencarella avremmo voluto conoscere gli aggiornamenti sul caso sollevato dalla dott.ssa Romano. Speriamo possa anticipare quanto prima tali novità, tramite aggiornamento pubblico. Riteniamo la trasparenza doverosa in questi casi a tutela dell’immagine dell’Università di Pisa.

IRENE GALLETTI

ALTRO TASSELLO DEL ‘PACCHETTO DA INCUBO’ PD AI CITTADINI DELLA PIANA

Siamo preoccupati per la piana fiorentina e i suoi cittadini, martedì la giunta risponderà alla nostra richiesta di comunicazione sul ‘pacchetto da incubo’ che PD e Rossi hanno pianificato per questo territorio – inceneritore, nuovo aeroporto e terze corsie autostradali – cui si aggiunge anche questo impianto di trattamento di rifiuti speciali liquidi che sta sorgendo a Campi Bisenzio grazie all’autorizzazione di Città Metropolitana e Regione Toscana.

In un’area che fino all’operazione Targetti era ad alto valore ambientale, con un grande Centro Benessere, hotel e altri centri di attrazione, le amministrazioni PD autorizzano un impianto che tratterà e smaltirà 186mila tonnellate di acque reflue, provenienti da attività industriali e artigianali. Tutto al chiuso secondo le autorizzazioni, ma qualche dubbio è legittimo sugli odori derivanti e sebbene la procedura autorizzativa sia regolare, le criticità a livello politico sono molte: è giusto mettere un impianto così potenzialmente impattante in un territorio già sufficientemente carico di problematiche?

La CIPECO srl, società autorizzata a realizzare l’impianto, ci risulta abbia come oggetto sociale acquisto, vendita, permuta e gestione di beni immobili, quindi sia di fatto un’immobiliare. Ci ha incuriosito che Città Metropolitana e Regione Toscana autorizzino ad un impianto del genere una società immobiliare. Società con un dipendente solo, 60mila euro di capitale sociale a fronte di un investimento di 5 milioni di euro e con un’ombra relativa al suo socio di maggioranza che ne detiene l’82,38%. Questa persona ci risulta a processo a Taranto per illeciti legati ad una discarica. Un provvedimento giudiziario chiesto anche da un pm della Direzione Investigativa Antimafia, dopo centinaia di esposti della popolazione sottoposta a ‘molestie olfattive’ patite a più di 3 km dall’impianto.

GABRIELE BIANCHI

Su questo impianto c’è stato innanzitutto un problema di trasparenza da parte delle amministrazioni che dovrebbero tutelare gli interessi dei cittadini. La Città Metropolitana ha gestito l’intero iter autorizzativo senza informare la popolazione. Lo abbiamo fatto noi venti giorni dopo la sua conclusione, quando abbiamo potuto leggere che questo impianto non era una bazzecola. 186mila tonnellate di fanghi dopo trattamento finiranno quasi del tutto nelle nostre fogne, con la possibilità di vivere nuovamente il problema cattivi odori, già subìto dai cittadini di Campi per Case Passerini. se Arpat ha imposto delle prescrizioni per questo ad Alia, impresa pubblica, che ha trattato i rifiuti con le porte aperte e forse non ha pulito i biofiltri, come possiamo non essere preoccupati di un’impianto come questo che sarà gestito da un privato?

Tra l’altro, mentre abbiamo un cantiere avviato per finire questo impianto, ancora le opere idrauliche compensative non sono state fatte. Parliamo di canali e altri interventi necessari per evitare che quando piova ci siano dei travasi di questi liquami fuori dall’impianto. Le ha pagate il privato, le deve fare il pubblico ma ancora non ci sono. Una negligenza che aumenta il rischio e l’allarme sociale.

Serve un percorso partecipato prima di autorizzare questi impianti e critichiamo proprio l’assenza di partecipazione dei cittadini nella programmazione di quanto impatta sul territorio. È inaccettabile il ricatto di dire “dove facciamo questo impianto se non lì”. Partiamo dal capire da dove verranno questi fanghi, perché se venissero dalle ditte del territorio magari i cittadini avrebbero maggiore tolleranza. Invece qui sembra che vengano da altrove.

NICCOLO’ RIGACCI
consigliere comunale M5S Campi Bisenzio

CASTELLO SAMMEZZANO? AL PD NON INTERESSA

La maggioranza ha bocciato oggi in Commissione la nostra mozione per esercitare il diritto di prelazione sul Castello di Sammezzano.

Il Codice dei Beni Culturali consentiva l’esercizio del diritto di prelazione entro sessanta giorni dalla ricezione della denuncia dell’atto di trasferimento del Castello o entro centottanta giorni se presentata tardivamente o in modo incompleto. Una norma perfetta per far diventare il Castello di Sammezzano e il suo Parco, beni di indubbio valore, un patrimonio pubblico.

Ma le leggi servono a poco se manca la volontà politica di esercitarle e il voto di oggi ne è conferma. Ennesimo errore politico di una maggioranza che non sa investire sul primo volano di sviluppo per la nostra regione: tutelare e valorizzare il nostro patrimonio culturale.

IRENE GALLETTI

RINVIATO VOTO SU SANT’ERMETE DOPO QUASI UN ANNO, PD IMBARAZZANTE E SURREALE

A Sant’Ermete c’è una situazione di emergenza, per questo è imbarazzante e surreale l’atteggiamento del duo PD-MdP di rinviare di altri quindici giorni il voto sul nostro atto protocollato quasi un anno fa.

Dopo un anno è lecito dire che la Giunta doveva già aver adempiuto agli impegni, doveva aver attivato tutte le azioni necessarie per ripristinare le condizioni minime igienico sanitarie degli alloggi di Sant’Ermete e doveva aver già previsto un immediato intervento economico per le famiglie assegnatarie esasperate da una situazione intollerabile. E invece non l’ha fatto. Sarebbe stato il minimo approvare oggi almeno l’impegno alla giunta Rossi di pagare in toto o se non altro in parte il canone mensile di locazione a quelle famiglie assegnatarie di alloggi fatiscenti. Il rinvio è una scelta scorretta.

Siamo profondamente dispiaciuti per gli scontri avvenuti nell’androne del Consiglio Regionale tra una delegazione degli inquilini e le forze dell’ordine. Nel nostro dna sta la non violenza, capiamo l’esasperazione di queste persone ma come abbiamo spiegato loro da questa mattina le risposte ai loro problemi passano dal confronto istituzionale, partendo da un voto favorevole della maggioranza al nostro atto. Noi ci batteremo facendo le barricate per ottenerlo, ma sempre nel perimetro delle regole.

ANDREA QUARTINI

REGIONE RIAPRA BANDO DSU, CITTADINI COLPITI DA ALLUVIONE E ‘BIMBI MOTOSI’ DEVONO POTER ACCEDERE A BORSE DI STUDIO E MENSA GRATUITA

Abbiamo portato in Consiglio regionale il caso di Valerio Dainelli raccontato oggi da Il Tirreno. Il giovane livornese, iscritto all’Università di Pisa, non ha potuto presentare la domanda per ottenere borsa di studio e mensa gratuita dall’Azienda regionale DSU perché i termini scadevano il 15 settembre, quattro giorni dopo la terribile alluvione che ha devastato la sua casa. Da venti giorni Valerio Dainelli vive con la famiglia in un alloggio d’emergenza messo a disposizione dal Comune di Livorno. Di tutto certo poteva aver bisogno tranne che del nonsenso di vedersi rifiutata la domanda perché i termini erano scaduti e la richiesta doveva arrivare on.line. Crediamo si sia chiesto “con quale pc connesso la facevo la domanda mentre spalavo il fango da casa?”.

La gestione commissariale regionale – guidata da Enrico Rossi – ha commesso un errore, possibile in questi casi, da risolvere quanto prima. Per questo stamattina abbiamo presentato una mozione, al voto nel prossimo Consiglio, che impegna la giunta a deliberare quanto prima la riapertura del bando per borsa di studio e mensa gratuita dell’Azienda regionale DSU, indicando come requisito d’accesso l’essere cittadini colpiti dall’evento alluvionale del 9 e 10 settembre scorso o aver prestato aiuto volontario alle comunità colpite nei giorni successivi a questo.

Crediamo opportuno che la riapertura del bando arrivi dopo il 15 ottobre, data limite entro la quale i cittadini vittime dell’alluvione potranno dichiarare i danni subìti.

Ci auguriamo che il Consiglio regionale approvi l’atto all’unanimità. Ringraziamo Valerio Dainelli per aver raccontato la sua piccola odissea burocratica e il Tirreno per averla pubblicata. Siamo certi che non si tratti di un caso isolato e che le istituzioni possano recuperare la fiducia dei cittadini evitando situazioni come queste o, nel peggiore dei casi, risolvendole con massima tempestività.

GABRIELE BIANCHI

DUE PATTUGLIE PER VIGILARE APERTURA CACCIA SU TUTTA PROVINCIA DI PISA E FILIPPESCHI LE INVIA A TENERE GONFALONE

Dal 1 gennaio 2016 i centosettanta agenti di Polizia Provinciale presenti in Toscana devono occuparsi di molte questioni, dalla viabilità provinciale e regionale al bracconaggio. Un compito quasi impossibile, attribuito per legge con l’irresponsabile riforma delle Province targata PD e siglato con la delibera 205 del 2016 firmata dalla giunta Rossi-PD.

In questo scenario assume connotati tra il ridicolo e l’assurdo quanto avvenuto nel mese di settembre in Provincia di Pisa, in corrispondenza di pre-apertura e apertura della caccia.

Le uniche due pattuglie di polizia provinciale, che per il PD dovrebbero vigilare su 700 km di strade e in contemporanea centinaia e centinaia di ettari dove i cacciatori potevano iniziare a sparare, pare siano state dirottate dal Presidente della Provincia, Sindaco di Pisa, a tenere il gonfalone istituzionale per manifestazioni e cerimonie.

Una scelta della quale chiediamo conto alla Regione, visto che finanzia direttamente proprio l’attività di vigilanza della polizia provinciale su caccia e pesca.

IRENE GALLETTI

OSPEDALE DI PESCIA, PARCHEGGIO SEMPRE CARO E ‘CITTADELLA OSPEDALIERA’ RIMASTA UN ANNUNCIO

Il parcheggio davanti all’Ospedale di Pescia è da tempo il più caro della Toscana: 1,50 euro l’ora, a frazione, cioè con 61 minuti il conto sale già a 3 euro. Il risultato si deve ad un project financing nato con una giunta PD, approvato nel 2011 dall’ex giunta di centrodestra, che firmò un accordo dove tra le tante anomalie note si concedeva pure al privato la gestione degli stalli per 32 anni, autorizzandolo a fissare le tariffe a suo piacimento. Ennesima dimostrazione di come la finanza di progetto abbia da sempre messo tutti d’accordo, destra e sinistra con i cittadini a pagarne le conseguenze. Abbiamo presentato un’interrogazione per chiarire alcuni aspetti di questa vicenda.

Circa un anno fa si interessò della questione Marco Niccolai, anche in forza della sua doppia poltrona di consigliere regionale e consigliere comunale a Pescia. E con interesse leggemmo la risposta alla sua interrogazione, a firma Stefania Saccardi, dove il Direttore Generale dell’ASL Toscana Centro informava del fatto che quest’ultima fosse in contatto col Comune di Pescia a guida Giurlani (PD) per la realizzazione della “cittadella ospedaliera” con un varco elettronico e la modifica degli stalli attuali.

Ci risulta che dopo quindici mesi ancora della cittadella non si abbiano notizie e a poco varrebbero a giustificazione le conseguenze del caso Giurlani.

La Regione deve chiarire se intende e può risolvere questa situazione, segnalando a noi e ai cittadini di Pescia quando il problema dei parcheggi davanti all’Ospedale sarà definitivamente risolto. Confidiamo che la Commissaria Prefettizia possa fornire il giusto supporto in tal senso, più di quanto ha fatto prima la giunta PD. Speriamo sia l’occasione anche per superare anche l’incredibile vicenda dei residenti ‘isolati’ proprio dal parcheggio perché la sbarra a protezione degli stalli impedisce l’uso di una strada a tutti gli effetti comunale.

ANDREA QUARTINI