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– PIL + BES. INDICATORI DI BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE ANCHE PER LA TOSCANA

Dopo decenni di pressione culturale, gli indicatori di qualità della nostra vita affiancheranno il PIL nei documenti di programmazione economico finanziaria del Governo. Una vittoria per chi, come noi, ha fatto della critica al PIL una bandiera. Adesso che persino il Parlamento ci è arrivato, riteniamo doveroso che la Regione Toscana si aggiorni e inserisca i dodici indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (BES) nei propri documenti di programmazione.

I cittadini devono poter sapere se la Regione vuole diminuire o aumentare la disuguaglianza di reddito tra i toscani e soprattutto se le politiche realizzate centrano o meno il risultato previsto. Indicatori come questo, al pari del tasso di mancata partecipazione al lavoro o l’indice di povertà assoluta, sono il vero specchio sull’efficacia o meno di un’azione politica.

E’ di questi giorni la stima secondo la quale il 21,4% dei bambini toscani è sovrappeso e il 5,6% addirittura obeso, un dato derivante dall’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità “Okkio alla Salute”. Quando anche l’indicatore BES “Eccesso di peso” sarà nei documenti di programmazione economica regionale diventerà interessante capire se la Regione intende realmente tutelare la salute dei più piccoli, e non solo dichiararlo a mezzo stampa, contrastando cibi e bevande ‘spazzatura’ che contribuiscono in modo significativo al fenomeno del sovrappeso. Magari lì emergerà l’assurdo del voto negativo del Consiglio regionale alla nostra mozione per proporre un menù solo vegetariano almeno un giorno alla settimana nelle mense pubbliche.

Allo stesso modo finalmente potremo verificare quale tetto di CO2 e gas clima alteranti, altro indicatore BES, vogliono raggiungere Rossi e il Partito Democratico in Toscana. A noi sembra già raggiunto, ma loro insistono per mettere nella piana fiorentina un nuovo inceneritore, un nuovo aeroporto e due terze corsie autostradali. Abbiamo provato a far capire loro che non si può diminuire l’inquinamento aumentando le fonti di inquinamento ma o non lo capiscono o a loro interessa ben poco. Martedì prossimo vedremo nella risposta alla nostra richiesta di comunicazione se qualcosa è cambiato negli ultimi giorni.

GABRIELE BIANCHI

REGIONE ESIGA RITIRO PIANO ESTERNALIZZAZIONI DI TOSCANA AEROPORTI

La Regione Toscana deve esigere il ritiro del Piano di esternalizzazioni presentato da Toscana Aeroporti. Lo deve fare come socio di questa azienda e come istituzione che difende i lavoratori. Per questo abbiamo presentato una mozione da discutere con urgenza nel prossimo Consiglio regionale.

Ci chiediamo cosa rimanga alla Toscana Aeroporti per farne una società di gestione aeroportuale se vuole esternalizzare e cedere persino l’essenza di queste attività, come l’assistenza a terra dei passeggeri e l’attività di check in.

Sono in contatto costante coi lavoratori e capisco la loro rabbia, anche da ex dipendente SAT. Nell’aeroporto di Pisa tutti avevamo ben chiaro cosa sarebbe successo con la fusione delle società e la cessione di quote regionali a Corporation America: una ‘testa aziendale’ a Firenze, promotrice di investimenti su Peretola, con la mission di fare utili anche peggiorando le condizioni di lavoro.

Rossi e il Partito Democratico sono i responsabili politici di questa situazione, diretta dal ‘loro’ Presidente Marco Carrai. Sono passati sei mesi dal suo annuncio dei 9,8 milioni di utile registrati dall’ultimo bilancio di Toscana Aeroporti con quale coraggio una società con questi conti, partecipata dalla Regione Toscana, presenta un Piano di esternalizzazione? Sappiamo tutti che esternalizzare significa stipendi più bassi e meno diritti. Vogliono dirci che puntano al fare ricavi su questo?

Sull’aeroporto di Pisa hanno pesato molti errori di visione, era miope investire quasi tutto su Ryanair e la bolla scoppiata in questi giorni è solo conferma di quanto noto da tempo: l’azienda faceva attivi perlopiù risparmiando sul personale, oltre che grazie ai contributi pubblici. Trenta voli in meno di Ryanair sono un problema e la società di gestione deve capire come rimodulare l’offerta, senza però far cassa sul personale.

Come Movimento 5 Stelle ci stiamo adoperando a livello comunale e regionale per l’immediato ritiro del Piano di esternalizzazione e cessione presentato da Toscana Aeroporti. Espriamo solidarietà ai circa 800 lavoratori gettati nell’angoscia da quel documento. Faremo di tutto per fermarne la sua attuazione.

IRENE GALLETTI

MALARIA E CHAGAS, PIU’ CASI DEL WEST NILE VIRUS MA PER LORO PROCEDURA ‘A MANO’

Serve chiarezza sul sistema di controllo delle donazioni di sangue da chi si è esposto a rischio malaria e Chagas. Oggi chi torna da un viaggio nei paesi dove sono endemiche, sulla carta, può donare solo se non le ha contratte, ma il sistema ASL per verificarlo non è ottimale ed espone ad errore umano.

Nella maggior parte dei casi il Centro Trasfusionale preleva il sangue del potenziale donatore e commissiona questi test di verifica non a Centri di Qualificazione Biologica (CQB) – previsti dalla legge – ma a laboratori esterni che sfuggono ai controlli previsti dalla normativa e soprattutto non hanno alcun canale informatico aperto con la ASL. La conseguenza è che tecnicamente la trasmissione dei risultati ed il loro inserimento avviene con modalità manuali dall’operatore sanitario con possibilità di errore.

In alcuni casi poi abbiamo saputo che avviene di peggio, ovvero viene raccolto il sangue del donatore senza alcun test di secreening e poi fatta dopo la verifica sull’intera sacca circa la presenza o meno dei virus malaria e Chagas. Con evidente spreco sia della donazione che delle risorse sanitarie pubbliche impiegate per raccolta e verifica.

Ma l’aspetto meno comprensibile di questa situazione è che i Servizi Trasfusionali toscani si siano preoccupati di informatizzare la procedura per il West nile virus – eliminando così qualsiasi possibilità di errore umano – nonostante dal 2012 al 2017 siano stati solo due i toscani cui è stata diagnostica tale patologia, mentre per i più di mille casi tra malaria e malattia di Chagas la procedura rimanga “a mano”. Una stranezza per la quale attendiamo di sapere da Saccardi motivo e tempi di risoluzione.

Infine abbiamo chiesto all’assessora alla sanità se e quando la Toscana si doterà di un sistema efficace di inattivazione patogeni.

ANDREA QUARTINI

DISCARICA DI BULERA, DA GIUNTA SCHIAFFO ALL’ECONOMIA CIRCOLARE

E’ arrivata la risposta della giunta regionale alla nostra interrogazione sul caso “Bulera”, discarica sita nel Comune di Pomarance.

Ci vorranno altri 60 giorni di esame regionale per capire se SCL Italia spa ha risolto le criticità emerse in Conferenza dei Servizi e può ampliare la discarica “Bulera”. Una notizia che non ci conforta, ma rende il metro di quanto il parere favorevole di luglio, con la sola prescrizione del ripristino ambientale, sia arrivato troppo presto.

Il punto però ci sembra più politico che tecnico: perché la soluzione ‘meno peggio’ è sintomo del fallimento politico a livello di pianificazione. Come giudicare altrimenti l’indicazione scritta dall’assessora Fratoni “il settore regionale competente da un punto di vista paesaggistico ha ritenuto preferibile utilizzare un sito già compromesso e autorizzare un ampliamento di una discarica esistente piuttosto che utilizzare nuove aree“?

Siamo allo schiaffo all’economia circolare. L’ennesima dimostrazione che PD e Rossi non vogliono o non sanno creare un ciclo virtuoso di gestione dei rifiuti capace di programmare la fine per inutilità di discariche e inceneritori.

La discarica di Bulera ha già raccolto 2,7 milioni di tonnellate di rifiuti. L’80% di questo flusso conteneva arsenico e a 10 anni dall’ammonizione europea sull’inquinamento della acque dell’alta val di Cecina la giunta regionale non si preoccupa di creare le condizioni per chiudere questa discarica ma del come tenerla in piedi. Se avessero votato la nostra proposta di legge sull’economia circolare il quadro sarebbe stato ben diverso.

Ancora una volta questa maggioranza Pd-Rossi si è dimostrata sorda ai richiami dei cittadini dell’Alta Val di Cecina, mobilitati contro l’ampliamento della discarica del Bulera. Vigileremo per capire il perché e se corrisponde al vero quanto raccontato da Il Fatto Quotidiano, ovvero la “promessa” alla discarica ampliata di terre di scavo dei lavori portuali a Piombino e Livorno e della tramvia fiorentina.

GIACOMO GIANNARELLI

A POST ALLUVIONE I FONDI REGIONALI 2017 PER DARSENA EUROPA. CONFERMA MESSA IN SICUREZZA TERRITORIO È VERA GRANDE OPERA UTILE E FINANZIARLA È SOLO VOLONTÀ POLITICA

28 milioni di euro sono uno stanziamento necessario per la prima fase di questa emergenza, che abbiamo condiviso. Ci sembra un segnale importante che la regione abbia trovato buona parte dell’importo, 12,5 milioni, togliendolo allo stanziamento 2017 per Darsena Europa. Una conferma che la messa in sicurezza del territorio è la vera grande opera utile sulla quale investire e scegliere di mettere in questa i soldi è solo un fatto di volontà politica, come diciamo da sempre.

Peccato che il duo PD-Rossi se ne sia reso conto solo a seguito di un’alluvione drammatica con nove morti, senza tuttavia dimostrare di aver appreso completamente la lezione. Perché al netto delle dichiarazioni importanti di Rossi sui limiti normativi, gli ricordiamo che in soli due anni la sua maggioranza ha già votato trecento correzioni della legge cardine in materia di governo del territorio, la 65/2014 promossa da Anna Marson.

Avrebbe aiutato a segnare il vero punto di discontinuità l’approvazione dei nostri atti di indirizzo, in primis il ritiro e la censura di quelle proposte di legge del gruppo PD e della giunta che vorrebbero permettere frazionamento o modifica della destinazione d’uso di edifici presenti entro i dieci metri dai corsi d’acqua. Purtroppo li hanno bocciati, al pari della nostra proposta per gli sgravi fiscali alle imprese colpite dall’alluvione e la verifica insieme al Ministero sul finanziamento di demolizioni e ricostruzioni in altra area sicura di quelle abitazioni, anche condonate, che oggi sono a rischio perché entro fascia di rispetto dei corsi d’acqua.

Ancor meno comprensibile la scelta di dire no alla revisione dei Piani di Gestione di Rischio Alluvionale in funzione dei cambiamenti climatici e al chiedere in conferenza Stato Regioni un programma per il progressivo rifacimento dei ponti RFI che creano strozzature pericolose per lo sbocco a mare dei corsi d’acqua. Un punto sottolineato dai tecnici durante il sopralluogo di venerdì scorso per il quale votare contro significa o non aver capito il problema o ritardare a data da destinarsi la sua risoluzione.

Una scelta inefficiente al pari del no alla proposta di individuare i Sindaci dei Comuni colpiti dall’alluvione come soggetti attuatori per i provvedimenti del Commissario Rossi. Ovunque in Italia, e abbiamo citato il caso recente dell’Abruzzo sul terremoto, questo è il metodo di gestione più efficiente per le fasi successive a questi disastri. Speriamo tra i motivi del voto contrario non ci sia il fatto che tra i sindaci ce n’era uno del Movimento 5 Stelle.

GIACOMO GIANNARELLI

PROFESSIONISTI DI VERTICE ABBANDONANO CAREGGI. SIANO AUDITI, PER CAPIRE MOTIVI DELLA PERDITA

Oggi ho scritto al Presidente della Commissione Sanità.

Nelle ultime settimane abbiamo appreso da articoli stampa che figure di vertice della professione medica stanno abbandonando l’AOU di Careggi. Riteniamo indispensabile approfondire quanto prima in Commissione le ragioni di queste “perdite” per l’offerta sanitaria regionale, sofferte in particolare dai cittadini del bacino fiorentino. Per questo chiediamo l’audizione urgente di Alberto Deganello, David Antoniucci, Paolo Vannucchi, Ernesto Mazza, Pierluigi Stefàno, Gianfranco Montesi e Andrea Coratti.

Parliamo di professionisti che in alcuni casi hanno talmente sposato la causa del servizio pubblico da rinunciare in toto alla libera professione intramoenia. Preoccupante che siano proprio queste figure ad abbandonare Careggi in polemica con l’Azienda Sanitaria, i cui vertici, bene ricordarlo rispondono alla giunta PD-Rossi.

ANDREA QUARTINI

CONSIGLIO REGIONALE DIA ONORIFICENZA A PAOLO BORROMETI

Per eradicare la mafia dalla Toscana servono alcuni fattori. Tra questi, accanto all’impegno delle istituzioni, resta fondamentale il ruolo dei narratori che con coraggio sanno rilevare il fenomeno mafioso, anche quando sommerso, portandolo all’attenzione dell’opinione pubblica. Una forma di attivismo civile che dev’essere premiata. Per questo abbiamo chiesto al Consiglio regionale di premiare con un’onorificenza istituzionale il giornalista antimafia Paolo Borrometi.

Borrometi è sotto scorta dal 2014 a seguito di minacce di morte esplicite per le sue inchieste, una delle quali portò allo scioglimento del Comune di Scicli. Il Consiglio regionale si pregerà della sua moderazione per il convegno ‘MAFIA IN TOSCANA. FACCENDE DI CASA NOSTRA’ di venerdì prossimo. Un appuntamento importante che ho avuto l’onere e onore di coordinare e che porterà in questo palazzo le figure di punta dell’antimafia toscana.

Sarebbe un’ottima coincidenza se al termine di questa occasione il Presidente Giani riconoscesse a Paolo Borrometi l’onorificenza del Consiglio regionale.

GABRIELE BIANCHI

PADULE DI FUCECCHIO E’ RISORSA, SI ASCOLTINO GLI ESPERTI

Abbiamo chiesto ufficialmente l’audizione in Commissione Ambiente e Territorio di alcuni esperti in merito alle problematiche del Padule di Fucecchio e del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione.

Il Padule di Fucecchio continua ad essere letto dalla maggioranza PD più come un problema che come una risorsa. Un cortocircuito che non tiene conto di quanto quest’area sia zona umida di importanza internazionale, sito Natura 2000, difesa da tempo da esperti di indiscutibile valore, tutt’oggi inascoltati. Per questo abbiamo richiesto la loro audizione in Commissione: siano le voci di Alberto Malvolti, Fabrizia Fagnani, Carlo Galletti, Aldo Morelli, Fausto Ferruzza e Guido Scoccianti lo strumento attraverso il quale il Consiglio possa prendere coscienza dell’incredibile potenziale di questa risorsa.

Un patrimonio per il quale solo la cecità politica di qualcuno poteva portare all’assurdo di poter mandare a casa i pochi dipendenti del Centro di Ricerca.

GIACOMO GIANNARELLI

CUP SERVIZIO SENSIBILE. PD VUOLE GESTORE UNICO REGIONALE (PRIVATO) NOI L’INTERNALIZZAZIONE CON CONCORSO (DIPENDENTI PUBBLICI)

Nel silenzio generale sta arrivando l’atto finale della privatizzazione del servizio CUP decisa dal Partito Democratico: l’affidamento unico regionale. Centinaia di lavoratori precari, dipendenti delle società affidatarie nelle ex ASL, potranno perdere il lavoro in questo scenario e molti di questi ancora lo ignorano. Resta un’unica via di fuga per il Consiglio regionale, votare la nostra proposta per internalizzare questo servizio sensibile e procedere a regolare concorso dove sia premiata l’esperienza lavorativa in tale ambito.

Abbiamo già rivelato l’incredibile ‘escamotage’ amministrativo col quale l’ATI Consorzio Evolve – Deloitte Finance Process Solutions è diventata affidataria del servizio front office di libera professione. Sono bastate due mosse: un Accordo Quadro con la ASL Toscana Centro e la richiesta delle altre due macro ASL di aderire a quell’accordo e così, senza gara regionale, questa ATI anomala – composta da due società di consulenza una delle quali casualmente guidata da un noto esponente del PD fiorentino – è diventata affidataria regionale di quel servizio.

Un ‘escamotage’ che potrebbe replicarsi per il call center per la prenotazione specialistica ambulatoriale e per le informazioni sanitarie, dove c’è già un Accordo Quadro stipulato il 1 giugno 2017 con la ditta S.D.S. srl per ora sulla sola Area Metropolitana Fiorentina.

Sempre che invece non arrivi prima il capitolato sulla gara unica regionale per i servizi front office, elaborato dal Collegio Tecnico nominato dalla Regione il 21 giugno scorso.

In ogni caso, che ci si arrivi da destra o da sinistra, poco cambia: alla giunta PD-MdP non bastava privatizzare questo servizio sensibile, costringendo i cittadini ignari ad affidare notizie sulle loro condizioni di salute a dipendenti di ditte private. Hanno deciso persino che questa mole di dati sensibili debba passare da un’unica realtà privata. Ennesimo effetto perverso della riforma Saccardi-Rossi.

ANDREA QUARTINI

CONCORSI TRUCCATI, 7 ARRESTATI 22 INTERDETTI. RETTORI VENGANO IN CONSIGLIO A SPIEGARE SITUAZIONE

Oggi ci siamo svegliati con un’inchiesta enorme che ha interessato l’ateneo fiorentino: si parla di concorsi truccati cui sono seguiti 7 arresti e 22 interdizioni dai pubblici uffici tra il personale accademico.

Più sintomi fanno una sindrome e se è malata l’Università ne paga tutto il sistema paese. Per questo vogliamo capire se quanto accaduto, al pari del caso Giulia Romano, sia intollerabile eccezione o regola illegittima ma tollerata negli atenei toscani. Per questo abbiamo prodotto subito una richiesta di audizione dei rettori delle Università di Pisa, Firenze e Siena.

Ringraziamo gli inquirenti e il ricercatore fiorentino che ha saputo dire no ad un sistema malato.

Alla parte sana e onesta dell’Università diciamo: denunciate, a tutela di tutti i cittadini, perché non può essere considerato normale truccare dei concorsi accademici.

E quando gli atenei sono investiti da casi del genere non dovrebbero temporeggiare nel chiarirli. La Commissione Etica dell’Università di Pisa ha finito l’indagine sul caso di Giulia Romano? Se sì, divulghi i risultati. Se no, spieghi perché questi mesi non le sono bastati a chiarire quanto emerso.

IRENE GALLETTI