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MERCURIO DA TORRI GEOTERMICHE? PER PD-ROSSI TUTTO OK MA FINORA MANCAVA SISTEMA MONITORAGGIO STANDARD

Il 13 giugno scorso abbiamo tradotto in un’interrogazione le domande che la cittadinanza si stava ponendo sulle emissioni di mercurio degli impianti geotermici, dopo le informazioni in merito divulgate dal Comitato difensori della Toscana. La risposta arrivata conforta ben poco e racconta quanto fino quasi ai giorni nostri il duo PD-Rossi abbia avuto un atteggiamento non prudenziale riguardo al rapporto tra geotermia e salute pubblica.

L’assessora Fratoni ci segnala che lo Stato Italiano non ha fissato “valori limite oltre i quali il mercurio inquina l’aria e comunque il “monitoraggio ARPAT” nei distretti geotermici tradizionali (Larderello, 22 impianti – Radicondoli-Travale, 8 impianti) mostra livelli di concentrazioni “ben al di sotto delle soglie di sicurezza presentate ad esempio dall’OMS, senza tuttavia indicare tali dati in maniera puntualeQuesto monitoraggio tuttavia è gestito da ENEL e ARPAT “valida quindi i suoi dati, fino a confermarli tramite “l’utilizzo di stazioni mobili” e la “stazione di Montecerboli della rete regionali di rilevamento della qualità dell’aria“.

Così facendo l’assessora ci sta quindi dicendo che i dati rilevati dall’ente pubblico – tramite ARPAT – non sono presi dalle torri di raffreddamento degli impianti geotermici, ma da stazioni di rilevamento più o meno prossime a questi.

Per il resto bisogna fidarsi di quanto proviene da ENEL e della ‘validazione’ di ARPAT, sulla quale ci riserviamo di chiedere approfondimenti.

Questo anche perché poche righe sotto l’assessora Fratoni ci scrive che fino al 2012 ARPAT indicava emissioni di mercurio fino a 10 volte superiori rispetto ai rilievi ENEL GP nei distretti geotermici di Larderello e Radicondoli-Travale. Una discrepanza che però si doveva all’assenza di una “norma tecnica validata da un organo tecnico di certificazione che sancisse come misurare il mercurio in uscita dalle torri evaporative degli impianti.

In pratica la giunta PD-Rossi ci dice: fino al 2012 non eravamo certi di come si misurava, quindi non ci siamo preoccupati.

Noi penseremmo il contrario: proprio perché mancava certezza sulla misurazione il principio di precauzione non avrebbe dovuto imporre un atteggiamento più prudenziale?

Tra l’altro solo nel 2014 la Regione ha disposto di superare l’empasse con una procedura di intercalibrazione tra ARPAT e ENEL GP, coordinata dal CNR. L’assessora ci scrive che a ottobre 2016 questo percorso è finito con la formalizzazione di un metodo per campionamento e analisi delle emissioni di mercurio dalle torri di raffreddamento degli impianti geotermici. I risultati di questo monitoraggio finalmente “standardizzato” saranno analizzati a fine anno e forse sapremo allora se possiamo fidarci dei dati ottimistici offerti da ENEL GP, di quelli più preoccupanti diffusi da ARPAT o del quadro allarmante indicato dai cittadini del Comitato difensori della Toscana.

Di certo pensiamo poco rassicurante per i cittadini sapere che per anni la Regione non ha sentito nemmeno l’esigenza di standardizzare delle misurazioni quando ENEL dichiarava 10 volte le emissioni valutate da ARPAT. Come poco rassicurante è leggere che secondo l’assessora regionale “non sembrano sussistere allo stato attuale elementi tali da indicare condizioni di rischio ambientale e sanitario” per le quali disporre “provvedimenti limitanti l’esercizio delle attività di coltivazione delle risorse geotermiche”. Non sembrano o non ci sono?

GIACOMO GIANNARELLI

NOI INSIEME AGLI 85 OPERAI TMM

Oggi una nostra delegazione è stata al presidio TMM.

“Serve quanto prima qualcuno in grado di rilevare la proprietà TMM e dare un futuro a questa azienda tramite un dialogo diretto con Piaggio e accanto agli imprenditori “puri”, auspicati e annunciati da Rossi, potrebbe risultare utile vedere coinvolti gli 85 operai. Di certo se fossero stati comproprietari dell’azienda non si sarebbero inviati lettere di licenziamento in piena estate dopo una rincorsa a fare scorte di prodotti, con tanto di straordinari.

La questione TMM non può rimanere sul piano locale e per questo all’apertura dei lavori parlamentari sarà protocollata un’interrogazione della nostra senatrice Sara Paglini.

In merito alla presenza del Sindaco di Pontedera, il nostro Andrea Paolucci ha commentato “Il Sindaco sta facendo il suo dovere impegnandosi per questa situazione e venendo qui oggi. Ma bisogna mettere in conto il bipolarismo PD: a livello nazionale toglie ai lavoratori i diritti e poi viene qui in provincia a parlare di difesa dei posti di lavoro

Ormai non ci meraviglia più questo atteggiamento contraddittorio di Rossi e PD. Abbiamo ricordato in Consiglio che proprio Rossi nel 2012 andò in Vietnam nel nuovo stabilimento Piaggio ad applaudire l’esternalizzazione. Credeva che quella fossa la strada per difendere le imprese dell’indotto? L’ennesimo errore di visione PD, pagato dai lavoratori.

La lezione TMM ci ricorda quanto sia urgente una profonda revisione dei rapporti tra lavoratori e impresa, come quella da noi promossa nel nostro programma elettorale nazionale.

IRENE GALLETTI

CHIAMI LA REGIONE PER UN RECLAMO SUL TUO AUTOBUS? TI RISPONDE L’IMPRESA DELL’EX SINDACO DI FOLLONICA NORCINI (PCI-PDS)

Dalla risposta della giunta PD-Rossi ad una nostra interrogazione relativa ai numeri verdi regionali abbiamo appreso che la gestione operativa del ‘Servizio dedicato alle segnalazioni degli utenti TPL della Regione Toscana’ (800 570530) è in capo dal 2016 alla Ouverture Service srl. Per i cinque anni di servizio previsti, i toscani daranno quindi così a questa impresa la ‘modica cifra’ di 805.600 euro più iva.

Una buona commessa ci sembra, dovuta al fatto che la giunta PD-Rossi non ha scelto di impegnare personale interno in tale servizio, come invece ha deciso ad esempio per il numero verde sui Ticket Sanitari. Puro caso il fatto che la Ouverture Service srl sia di proprietà dell’ex sindaco PCI-PDS di Follonica, Enrico Norcini, che tra l’altro proprio per un’iva non versata su questa società fu condannato nel 2011 a 80 giorni di detenzione (pena poi sospesa) [n.b. il diretto interessato, Enrico Norcini, ci ha indicato a commento del nostro post facebook che “la vicenda si chiuse non con la pena sospesa,come dichiarate, ma con la piena assoluzione e l’annullamento della procedura“, precisiamo che abbiamo citato a proposito una fonte stampa ancora attiva, l’articolo de Il Tirreno disponibile qui].

Ci resta comunque la necessità di approfondire meglio questa fornitura e la procedura di gara. Non tanto per l’assegnazione tramite ricorso amministrativo, vinto dalla Ouverture Service srl, quanto per le specifiche. Infatti tra tutti i servizi di numero verde regionale, interni o affidati ai privati, nella tabella fornitaci dall’assessore Bugli ci sono almeno due elementi curiosi.

La società dichiara che negli ultimi 12 mesi ha ricevuto 21.275 telefonate e circa mille tra mail e lettere. Stando al sito web della Regione Toscana il numero verde risponde dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18. Quindi se i numeri forniti sono corretti sono solo otto l’ora, in media, i toscani che si rivolgono a questo servizio. Considerato l’alto numero dei disservizi sofferti dai pendolari su autobus e traghetti (il servizio copre anche le vie del mare) ci sembra che qualcosa non torni.

Infine nonostante l’appalto sia partito appunto nel 2016 è citato anche il traffico telefonico 2015. Ci viene il dubbio che lo abbiano messo per vedere se eravamo attenti. Noi sì, su altri in giunta ci permettiamo di avere qualche dubbio.

MOVIMENTO 5 STELLE TOSCANA

 

CASO SALE D’ATTESA NELLE STAZIONI. REGIONE ALZA LE MANI: ‘NON POSSIAMO IMPORLE”. I PROFESSIONISTI DELLA POLITICA…

E’ arrivata la risposta della giunta regionale alla nostra interrogazione sui disagi legati alla chiusura delle sale d’aspetto nelle stazioni ferroviarie toscane.

La giunta PD-Rossi alza le mani e dichiara la sua impotenza tramite l’assessore Ceccarelli. La Regione, ci scrive, “non ha con Grandi Stazioni, Centostazioni e RFI (le tre società con competenza sulle stazioni ferroviarie toscane ndr) alcun contratto di servizio” e quindi “non può imporre obblighi per il mantenimento delle sale di attesa”. Ci pare assurdo che a chi racconta in giro la correttezza del vivere della professione politica serva avere un potere coercitivo per ottenere un risultato minimo come l’apertura estesa delle sale d’aspetto nelle stazioni ferroviarie per migliaia di pendolari toscani. Senza dimenticare, con l’avvicinarsi dell’inverno, il problema delle persone senza fissa dimora che lì trovano spesso un riparo di sopravvivenza.

Almeno su quest’ultimo punto, scrive l’assessore, è attivo da gennaio un progetto che unisce Regione e Comuni di Livorno, Firenze, Pistoia, Prato e Viareggio: tramite il gestore privato dell’Osservatorio nazionale su Disagio e Solidarietà nelle Stazioni Italiane, nelle stazioni di questi Comuni è previsto lo sviluppo di una prima accoglienza, cui la Regione contribuirà con 250mila euro l’anno.

Ma il problema numericamente più esteso è quello dei pendolari. È intollerabile che nella sola Santa Maria Novella ogni giorno centinaia di lavoratori e studenti toscani siano spesso costretti ad attese in piedi o seduti per terra, con lo smacco di un servizio offerto solo ai clienti AV. E a poco serve sapere che l’assessorato ha cercato di “sensibilizzare” Grandi Stazioni sul problema. La soluzione ci pare ancora lontana.

GIACOMO GIANNARELLI

BANDO SPRAR VINTO DA UNICO PARTECIPANTE, CON RIBASSO DI 1 CENTESIMO. REGIONE CHIARISCA SU SOCIETA’ DELLA SALUTE DI FIRENZE

La Società della Salute di Firenze ha aggiudicato un appalto legato al Sistema Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) con una gara partecipata da un’unica realtà, il Consorzio CO&SO, che ha vinto con un ribasso di un centesimo di euro rispetto alla offerta base.

Perché una gara da 6,6 milioni di euro, per un servizio triennale rinnovabile, abbia attirato un solo partecipante e perché questo avrebbe rischiato di perdere presentando un ribasso così minimo ce lo deve spiegare qualcuno. In primis la Regione che di questa Società della Salute è comproprietaria tramite l’Azienda Sanitaria fiorentina e insieme al Comune guidato da Nardella.

Studiando le carte di questo appalto ci siamo dati una parziale spiegazione per questa rappresentazione imbarazzante del sistema PD di gestire la cosa pubblica. Il 10 agosto 2016 il Ministero dell’Interno ha definito per decreto le modalità attraverso le quali gli enti locali come i Comuni possono accedere al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e i Servizi dell’Asilo in ambito SPRAR. In quel decreto è scritto che gli Enti Locali già titolari di progetto SPRAR, o anche solo con competenza territoriale coincidente con quella di enti già titolari di progetto, non possono accedere al Fondo.

Questa novità metteva in difficoltà il Comune di Firenze che aveva attivi alcuni progetti SPRAR, uno dei quali – avviato nel 2010 e concluso ai primi di quest’anno – gestito proprio dal Consorzio CO&SO. Questo progetto, chiamato PACI, era in ambito SPRAR quindi si desume coperto dal Fondo Nazionale e gestito dal Consorzio CO&SO.

Di qui l’escamotage che sembrerebbe creato per aggirare parzialmente il decreto e garantire continuità (e introiti) a chi aveva realizzato questo servizio nei sette anni precedenti: una gara della Società della Salute di Firenze – e non del Comune – per cercare un partner col quale presentarsi al Ministero e accedere così al Fondo Nazionale in ambito SPRAR.

La gara è stata indetta il 28 ottobre 2016, con un mese di tempo per eventuali partecipanti per dimostrare di avere requisiti ritagliati sul Consorzio vincitore. Per dirne uno: l’aver gestito nel quadriennio precedente almeno due strutture di accoglienza attrezzate per richiedenti o titolari di protezione internazionale, per almeno 36 mesi. Non facile a Firenze e infatti nessuno tranne il Consorzio CO&SO si è presentato alla gara e chi l’ha fatto ha presentato un ribasso di un centesimo rispetto alla base di gara.

Il vincitore fornirà sicuramente al meglio il suo servizio ai 131 ospiti – 14 dei quali con bisogno di assistenza sanitaria domiciliare – e avrà di certo risolto le criticità denunciate con una protesta pubblica dai rifugiati accolti nel progetto PACI nel 2013, ma tutta questa storia merita l’opportuno approfondimento. Attendiamo risposte da Saccardi, che conosce bene il Consorzio in questione e il progetto PACI essendo nato sotto l’assessorato da lei diretto quando era nella giunta Renzi del Comune di Firenze.

Nel frattempo ci resta la sensazione che quanto accaduto racconti come i partiti abbiano una certa idiosincrasia nel rispettare le leggi che loro stessi, al governo, decidono per cittadini e istituzioni.

ANDREA QUARTINI

CON-VIVERE FESTIVAL “TEMA DELL’EDIZIONE MI RICORDA NASCITA MEET UP”

Conferenza stampa di presentazione del Festival CON-VIVERE oggi in Consiglio Regionale. Di seguito l’intervento del nostro Giacomo Giannarelli.

“Con.vivere è diventato negli anni un momento di formazione “civile” per tutti i partecipanti, in primis i cittadini di Carrara e di Massa. Sono molto felice del fatto che quest’anno il Prof. Bodei abbia scelto come tema le relazioni di rete.

Il Movimento 5 Stelle nasce sulla rete e quando fondai il meet up di Carrara entrai in questo sito web, Meetup, per creare uno spazio virtuale di confronto dove poi mi raggiunsero in molti. La nostra prima relazione fu quindi virtuale e poi diventò fisica. E questo ebbe una sensibile particolarità: ciascuna delle persone mise in questo spazio informazioni che erano di fatto il motivo del nostro ritrovarci. Quelle informazioni, quelle analisi, che raccontavamo ciascuno nelle proprie case o al massimo in una cena, una volta messe in uno spazio di condivisione furono lo strumento per farci dire “la pensiamo allo stesso modo, siamo un gruppo”. E spingerci all’attivismo politico in strada e nelle piazze.

Ecco questo aspetto dell’attuale opportunità di porre davanti temi, informazioni, prima della relazione diretta, fisica, è molto interessante. Interessante per la politica ma anche per tutto il resto. Quando ciò che ci unisce viene prima del doverci unire per identità o costrizione nascono esperienze straordinarie in ogni campo. Come dimostra la storia ad esempio dell’Orchestra di Piazza Vittorio, il cui Ottetto chiuderà la seconda giornata del Festival con mia profonda gioia”

PISTOIA CAPITALE DELLA CULTURA 2017, REGIONE CI METTE 1,4 MLN PER OPERE CHE SARANNO DISPONIBILI … NEL 2018

Pistoia capitale della cultura 2017 poteva rappresentare un punto a favore per il turismo toscano. Ad oggi la sensazione è quella di un’occasione non colta. Di certo i toscani hanno speso 1,4 milioni di euro per questa iniziativa e oggi sappiamo dalla giunta il piccolo paradosso che sono andati interamente a finanziare opere disponibili dal 2018. L’ampliamento e riqualificazione di Palazzo Fabroni, per farne il Museo del Novecento contemporaneo, sul quale la Regione ha messo più dell’80% della spesa totale (1,26 mln), e l’ampliamento del Museo della Sanità pistoiese sono ancora in alto mare. Il primo ha due lotti di lavori attualmente in fase di gara con una conclusione prevista dei lavori a giugno 2018. Il secondo è in collaudo con una prevista conclusione il 31 dicembre 2017.

Parte di questo paradosso deriva dallo strano tempismo del duo PD-Rossi: Pistoia è stata designata Capitale italiana della Cultura 2017 il 25 gennaio 2016. Eppure la delibera della giunta Regionale con la quale si autorizzano gli interventi regionali su questa iniziativa è datata 29 novembre 2016.

Se, come dicono gli operatori turistici, a Pistoia è mancato persino il materiale informativo sul programma eventi, forse qualcosa non ha funzionato a tutti i livelli istituzionali. Speriamo almeno che le opere pagate anche con gli 1,4 milioni di euro pagati dai toscani per Pistoia Capitale della Cultura 2017 siano fruibili per i cittadini l’anno dopo.

GABRIELE BIANCHI

DUSSMANN SUBENTRA A SODEXO: REGIONE HA PRETESO MIGLIORAMENTO CONDIZIONI DI LAVORO E SANIFICAZIONE?

Dopo anni di gestione Sodexo la pulizia e sanificazione dei nostri ospedali passa ad un’altra multinazionale: Dussmann. Domani scadrà la presentazione degli ultimi documenti e, senza sorprese di ricorsi, dal prossimo anno la nuova affidataria entrerà in azione.

Ci auguriamo per i pazienti toscani e per i lavoratori che quanto verificatosi nella gestione Sodexo non torni a manifestarsi.

Per questo abbiamo chiesto alla Regione gli atti di una gara passata sotto silenzio dove ci aspettiamo che la Regione abbia incluso la richiesta perentoria di superare le criticità indicate dalle 340 lavoratrici Sodexo e la clausola sociale per tutelare questi posti di lavoro.

Ricordiamo ai cittadini che nell’ultima gestione Sodexo relativa a pulizia e sanificazione dei due presidi ospedalieri di Pisa ho potuto verificare personalmente che l’azienda lasciava le lavoratrici persino senza il materiale per pulire, fino a costringerle di fatto ad usare per i tavoli su cui i pazienti mangiavano gli stessi stracci utilizzati per lindare le apparecchiature medicali. Una situazione inaccettabile, denunciata da tempo da me e dai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Pisa, figlia del mancato controllo sull’appalto da parte dell’Azienda Sanitaria e, forse, anche del tipico sistema delle offerte al ribasso messe come sempre in conto ai lavoratori, sottopagandoli.

IRENE GALLETTI

1100 ATTI IN DUE ANNI, 40% DELLE PROPOSTE APPROVATE. UNICA FORZA DI GOVERNO ALTERNATIVA A DUO PD-ROSSI

“Siamo arrivati al secondo giro di boa avendo interpretato il nostro ruolo da portavoce, tramite l’ascolto dei cittadini e la garanzia di massimo impegno per questo incarico, con risultati importanti come quantità e qualità. In due anni abbiamo prodotto più di 1100 atti, quasi un terzo dell’intera attività consiliare e il 40% delle nostre proposte di indirizzo sono state approvate. Segnale chiaro che siamo l’alternativa di governo al duo PD-Rossi. Un’alternativa raccontata in quel 60% di proposte volute dai cittadini e rifiutate dalla maggioranza.
Abbiamo costretto PD e Rossi ad interessarsi di temi dimenticati povertà, crisi bancarie, criticità delle grandi opere e gestione di acqua e rifiuti. Il nostro contributo legislativo è arrivato con emendamenti e 16 proposte di legge a firma m5s tra le quali ne sottolineo due: quella sugli animali d’affezione nei bus, approvata all’unanimità nell’ultima seduta, e il nostro reddito di cittadinanza, finito nel limbo della calendarizzazione per scelta della maggioranza. Se con la prima siamo riusciti a portare nel palazzo la soluzione ad un problema assurdo riscontrato da molti cittadini con amici a quattro zampe, sulla seconda il duo PD-Rossi ha puntato sull’ostruzionismo, negando il dibattito celere su una misura economica fondamentale che nulla ha di assistenzialistico”.

IRENE GALLETTI

“La nostra legge sul reddito di cittadinanza è stata protocollata il 18 gennaio. Finora ci hanno fatto fare solo un’illustrazione in Commissione, tentando di sviare l’attenzione con una risoluzione sul Reddito di solidarietà attiva che, ha scritto la giunta, non sarà attivato nemmeno nel 2018. Un’omissione grave che lascia 155mila famiglie toscane in una condizione di non dignità. Quando la politica non sa occuparsi della miseria perde ogni credibilità. Questa maggioranza non affronta le grandi emergenze legate alla miseria: povertà, disagio abitativo e mancata richiesta di cure. Quando 11 milioni di italiani non si curano perché costa troppo la politica sanitaria ha fallito. Allo stesso tempo ha fallito la politica regionale quando non assicura un reddito di dignità a 155mila famiglie povere e una casa popolare al 97% di chi la chiede avendone i requisiti”
ANDREA QUARTINI

“Il nostro contributo istituzionali ha riguardato anche le regole democratiche, tra tutte: controllo e trasparenza. Dal 4 agosto 2015 attendiamo di votare la nostra proposta per le dirette streaming delle Commissioni consiliari. Un modo per far vedere ai cittadini il non senso di sedute di quaranta minuti dove si approvano leggi tecniche con 50 articoli dove gli unici a far domande siamo noi del Movimento 5 Stelle. Attendiamo anche che il PD ci faccia votare la nostra richiesta di non chiudere le sedute del Consiglio regionale fino a quando non è esaurito l’ordine del giorno. Io vengo dal mondo dell’impresa artigiana: non potevo permettermi di dire ad un cliente “guarda oggi dovevo fare questo ma ho fatto il 40% e vado a casa”, perché qui invece si può? E non ci siamo dimenticati della mozione bocciata sulla trasparenza in merito ai finanziatori delle campagne elettorali. Ci dissero che il loro atto già lo prevedeva ma qualsiasi cittadino può entrare nel sito del Consiglio regionale e vedere che queste informazioni non sono pubbliche. Se è un ritardo, si sbrighino, se è una dimenticanza glielo ricorderemo”

GABRIELE BIANCHI

“La nostra attività si distingue da quella di tutte le altre forze politiche per tre aspetti: primo l’esempio. Da quando siamo entrati abbiamo rinunciato alla metà dello stipendio regionale restituendolo ai toscani. Il primo anno con la donazione di 100 defibrillatori ad associazioni, comuni e scuole, quest’anno con 120mila euro donate alle scuole che entro il 31 agosto faranno richiesta di contributo per intervenire sull’emergenza edilizia scolastica. Il secondo aspetto è l’attività istituzionale, legata alla produzione di atti: ne abbiamo protocollati più di 1100, lettere escluse. Un lavoro di quantità e soprattutto qualità riconosciuto dagli uffici della regione. Parliamo di atti di denuncia e proposte che hanno interessato i temi di tutti i territori regionali: dai problemi delle emissioni geotermiche in Amiata alla depurazione delle acque per la costa apuo-versiliese. Lo abbiamo fatto da portavoce, diversamente dalle altre forze politiche, perché agendo per ottenere obiettivi. E qui il terzo e ultimo aspetto: dove non arriviamo direttamente con esempio e atti, arriviamo con l’azione. Dopo decine e decine di sopralluoghi nelle disastrate scuole toscane abbiamo ottenuto dalla maggioranza che gli stanziamenti per l’edilizia scolastica passassero da zero a 3,5 milioni. Pochi rispetto al necessario ma pur sempre un inizio, frutto del nostro lavoro al servizio dei cittadini.

Il duo PD-Rossi, immerso nei suoi conflitti di interesse, non ha voluto raccogliere la proposta di riforma della gestione dei rifiuti prodotta attraverso l’ascolto dei maggiori esperti sul tema da noi portati in Consiglio e sintetizzata nella prima proposta regionale sul tema emersa dal confronto su Rousseau tra migliaia di cittadini: Economia Circolare per una Toscana a rifiuti zero. Avremmo ottenuto un servizio efficiente, meno costoso, con più posti di lavoro e un miglioramento della salute pubblica vista la chiusura progressiva di inceneritori e discariche. Peccato, lo faremo una volta al governo. Intanto a breve lanceremo la prossima sfida alla maggioranza con la nostra proposta di legge per la gestione pubblica dell’acqua, qui nella prima regione italiana che la privatizzò in barba al referendum. E nel 2018 lanceremo a Rossi e al PD la sfida dell’energia: 100% rinnovabile e distribuita”

GIACOMO GIANNARELLI

PD-ROSSI SOPPRIMONO SETTORE ‘PREVENZIONE E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO’. ACCORPATO DAL 1 SETTEMBRE NONOSTANTE MORTI BIANCHE E 12.131 INFORTUNI

Dal 1 settembre il settore regionale “Prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro” sparirà perché accorpato con un altro, legato alla sicurezza in “ambienti di vita, alimenti e veterinaria”, sotto il nome di “Prevenzione Collettiva”. Una scelta d’agosto della giunta regionale discutibile per metodo e merito.

Perché si è andati a razionalizzare sulla sicurezza sul lavoro? E perché proprio nel periodo estivo, quando molti osservatori sono in ferie?

Le cosiddette ‘morti bianche’ in Toscana sono persino aumentate nel primo trimestre di quest’anno al pari del trend per gli infortuni, arrivati già a quota 12.131.

In questo scenario c’era bisogno di tutto fuorché di imbarcare un settore operativo così sensibile in un accorpamento amministrativo i cui vantaggi sono tutti da dimostrare.

IRENE GALLETTI