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CHIUDERE TUTTI GLI INCENERITORI IN TOSCANA E’ POSSIBILE, GRAZIE ALLA PROPOSTA DI LEGGE M5S SULL’ECONOMIA CIRCOLARE

Condividiamo con voi una notizia clamorosa. Vi dimostriamo, dati alla mano, che la dotazione impiantistica di inceneritori della nostra Regione è sovradimensionata. Grazie alla proposta di legge M5S sull’ECONOMIA CIRCOLARE PER UNA TOSCANA A RIFIUTI ZERO possiamo prevedere la progressiva chiusura di tutti gli inceneritori toscani… perché non ne abbiamo bisogno.

DIFFONDETE QUESTA BELLA NOTIZIA!

LA DIFESA DEI MILLE ALBERI DA ABBATTERE PER FERMARE IL PROGETTO. ASPETTIAMO PD ALLA PROVA DEL VOTO

Grazie all’intesa tra amministrazione USA e Governo Italiano, col bene placet della Regione Toscana, quasi mille alberi del nostro Parco di San Rossore dovrebbero essere abbattuti per lasciare spazio ad una nuova linea ferroviaria in grado di portare armamenti dal Porto di Livorno alla base di Camp Darby. La difesa di questo patrimonio toscano può essere la strada per fermare questo progetto inaccettabile.

Capiamo l’imbarazzo del duo PD – Rossi, abituato a fare l’antimilitarista sulla stampa per poi genuflettersi a richieste come queste avanzate dall’amministrazione USA, ma questo dev’essere convertito nel buon senso di abbracciare una battaglia corretta. Altrimenti con quale faccia negli atti di indirizzo si continua a definire l’abbattimento della CO2 come una priorità del mandato e poi si tirano via così, con un colpo di spugna, mille alberi capaci di catturarne 50 tonnellate l’anno?

La Regione Toscana può e deve verificare questo aspetto della questione, finora non affrontato per un approccio ideologico al tema, rivelatosi poco efficace. Abbiamo capito nell’ultimo consiglio che ha un’efficacia politica nulla sollecitare la maggioranza a puntare sullo smantellamento della base militare di Camp Darby, come chiesto da Sì Toscana e bocciato dalla maggioranza.

Meglio provare a raggiungere l’obiettivo più vicino e indispensabile: non far abbattere agli Stati Uniti d’America mille dei nostri alberi presenti nel Parco di San Rossore. La difesa del patrimonio regionale, in questo caso boschivo, è forse l’unica chiave possibile per fermare questo progetto.

GIACOMO GIANNARELLI

SCABBIA IN OSPEDALE SAN DONATO DI AREZZO: DISSERO “3 CASI” ERANO SETTE VOLTE TANTO. MA EPIDEMIA SOTTO CONTROLLO DA META’ MAGGIO

Una forza di governo seria non si ferma all’onda mediatica e approfondisce i casi sanitari anche quando le telecamere sono spente. Soprattutto quando c’è qualcosa che non torna nel racconto ufficiale presentato alla stampa.

Nell’aprile scorso l’ASL Toscana Sud Est segnalò che nell’Ospedale San Donato di Arezzo si erano verificati tre casi di scabbia tra gli operatori sanitari. Per evitare l’infestazione l’azienda attivò una profilassi diffusa a duecento persone, in maggioranza dipendenti, e il caso mediatico finì nel giro di pochi giorni. Complice il fatto che la scabbia non provoca complicanze particolari, se curata adeguatamente con creme che combattono il parassita responsabile – l’acaro Scaroptes scabiei – e opportuna igiene personale.

Ma pochi sanno che terapia e bonifica necessarie in questi casi hanno un importante costo economico: bisogna disinfettare e lavare ad alte temperature tutto quanto è presente nell’ambiente quotidiano dove il paziente ha passato del tempo e i farmaci antiparassitari da somministrare costano in media 15 euro a confezione. Un conto è se i casi sono tre un conto è se sono di più e in effetti, come ci era stato segnalato, erano ben di più. Sette volte tanto, per la precisione, come riportatoci dall’assessora Saccardi in risposta alla nostra interrogazione.

Alla fine i casi notificati di scabbia nell’Ospedale San Donato di Arezzo erano 21, di cui solo 3 accertati con riscontro microscopico dell’acaro – quelli dichiarati alla stampa – mentre gli altri 18 erano stati definiti come probabili sulla base di segni e sintomi. Corrispondeva al vero l’indiscrezione che la malattia fosse arrivata in Ospedale tramite un paziente cui non era stata diagnosticata. Il motivo si deve al fatto che fosse affetto da altre patologie concomitanti, a seguito delle quali ha trovato la morte proprio nei primi giorni di aprile. Da lì partì un’epidemia che grazie al lavoro degli operatori sanitari è stata contenuta, al punto da portare l’Azienda USL Toscana Sud Est a definire la situazione sotto controllo già dal 19 maggio 2017.

ANDREA QUARTINI

L’INCREDIBILE FLOP DEI VOUCHER DI RICOLLOCAMENTO: 161 BENEFICIARI IN UN ANNO E MEZZO. MOTIVO? MANCANO I CORSI CON SBOCCHI LAVORATIVI REALI (E PIU’ CAPACITA’ DI GOVERNO)

Da un anno e mezzo è attivo il cosiddetto voucher formativo di ricollocazione cioè un buono spesa per consentire ai toscani in cerca di lavoro di formarsi a spese della Regione. Uno strumento importante, cofinanziato da Unione Europea e Stato centrale che però, se malgestito, determina di fatto solo un’agevolazione per alcune agenzie formative accreditate e non ha capacità di aumentare l’occupazione toscana.

Ad oggi questi voucher hanno assicurato un corso di formazione solo a 161 persone disoccupate o inoccupate. Su una Regione con 157mila disoccupati e 600mila inattivi parliamo di un flop incredibile che non può essere giustificabile con la sola consueta annuncite PD-Rossi e mancato controllo successivo del beneficio reale delle politiche attivate, né con i relativi stanziamenti perché nel caso le sole 94 mila euro finora messe dalla Regione sono un errore evidente di indirizzo.

Il principale problema rilevato dai cittadini che non hanno sfruttato questi voucher è sull’offerta dei corsi sui quali sono spendibili: l’opportunità di lavoro successiva è giudicata assolutamente minima basti pensare che mentre nel mondo reale si cercano Operatori socio sanitari (OSS) o è richiesta una notevole dimestichezza con inglese e software informatici nell’elenco dei corsi pagabili coi voucher questi non ci sono o sono assolutamente minoritari.

Una situazione ancor più paradossale quando si entra nel caso specifico OSS: la giunta PD-Rossi ha infatti lanciato tramite ASL corsi professionali per diventare Operatori Socio Sanitari e la quota di iscrizione (1000 euro) costa agli interessati circa la metà di quanto disoccupati e inoccupati spendono in voucher per un corso medio autorizzato dalla Regione. Peccato che il corso per OSS, così richiesto, non sia nell’elenco di quelli coperti dai voucher formativi di ricollocamento.

In una Regione con aree dove il tasso di occupazione giovanile è crollato in dieci anni, toccando punte drammatiche come il 24% di Massa Carrara, il 36,3% di Siena e il 30% di Pisa, non ci possiamo permettere questo malgoverno dei fondi destinati alla formazione. Attendiamo risposte dalla giunta ai nostri quesiti e segnaliamo un punto semplice: la formazione professionale deve basarsi sulle reali necessità del mondo del lavoro. È così difficile programmare i corsi partendo dalle richieste delle tante PMI toscane? La Regione non dovrebbe essere proprio questo: una cabina di regia di processi che poi, ben avviati, possono andare davvero avanti da soli certi di raggiungere l’obiettivo?

IRENE GALLETTI

SEI POSTI IN MENO E SALTANO DUE CLASSI. DIRITTO ALLO STUDIO IN LUNIGIANA VALE MENO? CITTADINI ALZINO LA TESTA

I sindacati* hanno ragione a protestare, l’informativo sull’Organico segnala meno sei posti alla Provincia di Massa Carrara, con un effetto immediato: sopprimere due classi (la prima del Classico di Aulla e la prima del Pacinotti di Fivizzano). Questi posti devono tornare alla Lunigiana, per riassegnare le classi tagliate o sarà ennesima dimostrazione che i partiti da sempre al potere in quel territorio lo stanno consegnando ad una marginalità intollerabile.

Il diritto allo studio vale forse meno in Lunigiana?

I cittadini alzino la testa e si attivino su queste battaglie di civiltà. Il Movimento 5 Stelle è l’unica cornice credibile di questo civismo indispensabile per farla finita col malgoverno, anche nella parte nord della Provincia di Massa Carrara.

*Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola di Massa Carrara

IRENE GALLETTI
GIACOMO GIANNARELLI

FASCICOLO SANITARIO ONLINE: 3,5 MLN SPESI (+ 1,5 L’ANNO PER TENERLO IN PIEDI) E FINORA USATO SOLO DAL 3% DEI TOSCANI. FLOP DI GOVERNO PD-ROSSI E GUADAGNO PER FORNITORI

Nel corso del 2016 i cittadini toscani avrebbero dovuto ricevere la nuova carta sanitaria elettronica (TS-CNS) in sostituzione di quella vecchia scaduta a primavera. La promessa era importante, accedere finalmente ai benefici del fascicolo sanitario elettronico online: referti di esami di laboratorio e radiologia, prescrizioni elettroniche farmaceutiche, vaccinazioni, esenzioni per patologia, tutto accessibile da quella tesserina leggibile anche dalle farmacie. Il beneficio per i cittadini era sicuro e finalmente avrebbero potuto vedere anche loro i frutti di 100 milioni spesi dalla Regione solo per informatizzare la diagnostica per immagini. E invece il malgoverno sanitario regionale del duo PD-Rossi è riuscito nel miracolo al contrario: fare flop anche qui.

Quasi due mesi fa chiedemmo conto alla giunta di com’era andata a finire questa importante operazione della TS-CNS e ci è arrivata la risposta: la Carta Sanitaria Elettronica è stata recapitata a 2.833.962 toscani cifra ben lontana dal totale aventi diritti. Di questi fortunati solo poco più di un terzo l’hanno attivata per accedere al fascicolo sanitario elettronico.

Ma l’aspetto più incredibile è che questo servizio pagato 3,5 milioni dalla Regione Toscana, che ogni anno – solo per la gestione – ci ricosta un altro milione e mezzo, è stato usato solo da 87.609 cittadini. Praticamente il 3% dei beneficiari potenziali.

Un flop avvilente dove gli unici ad oggi ad averci guadagnato sembrerebbero al momento le imprese fornitrici dei servizi informatici: da Aruba – che gestisce la carta sanitaria elettronica – alla Engineering Ingegneria Informatica spa e Telecom Italia spa che insieme curano lo sviluppo del sistema informatico, passando per la RTI Almaviva The Italian Innovation Compani spa (mandataria), Atos Italia spa (mandante), Lutech spa (mandante) Reason That srl (mandante) e TD Group Italia srl (mandante) che hanno affidato il System Management del data center regionale.

ANDREA QUARTINI

PD DIFENDE PROGETTO CONSORZIO BONIFICA TOSCANA SUD SU CREVOLE E CREVOLICCHIO. POSIZIONE ANTISCIENTIFICA E PERICOLOSA

Il Partito Democratico ha bocciato in Consiglio regionale la nostra mozione per fermare il progetto contestato da Ordine dei Geologi della Toscana, WWF e cittadini.

Prendiamo atto che il PD insiste nel mettersi contro la volontà dei cittadini e le preoccupazioni tecniche di chi porta la voce della scienza e della tutela ambientale, per realizzare un’opera capace persino di aumentare i rischi per Murlo. Un progetto scritto in 40 giorni dal Consorzio di Bonifica Toscana Sud non perché necessario ma perché era finanziabile. Ennesimo esempio di come il Partito Democratico e le sue diramazioni intendono il governo del territorio. Se ne ricordino i cittadini alla prossima tornata elettorale.

A poco ci conforta l’indicazione in aula che l’assessorato all’ambiente terrà gli occhi su quanto accade. Prevenire era un dovere, mentre qui si vuol far finta di niente promettendo vigilanza su un progetto senza screening preliminare della Regione e Valutazione d’Impatto Ambientale.

GIACOMO GIANNARELLI

ANIMALI D’AFFEZIONE SUI BUS, APPROVATA IN COMMISSIONE LEGGE M5S

È passata all’unanimità in Commissione Sanità la nostra proposta di legge per l’accesso degli animali d’affezione sugli autobus del servizio pubblico toscano. Il testo sarà approvato dall’aula prima della pausa estiva.

Dopo il CUP unico regionale, il Movimento 5 Stelle migliora ancora una volta la legislazione toscana con un provvedimento di civiltà. In Toscana i cittadini con animali d’affezione vivono il paradosso di poterli far salire sull’autobus, per poi vedersi affibbiare magari una multa valicato con quello il confine provinciale per la disomogeneità del regolamento tra gestori territoriali del servizio. Un non senso che siamo andati a correggere e renderà migliore il servizio di trasporto pubblico locale regionale.

Il voto unanime in Commissione Sanità ci fa piacere. Ennesima dimostrazione di quanto siamo una forza di governo, capace di dimostrare che non esistono idee di destra o sinistra ma semplicemente buone o cattive idee e noi siamo qui per portare le migliori dei cittadini nelle istituzione.

Su richiesta del PD il tutto partirà dal 31 marzo 2018.

Da quella data i cittadini potranno finalmente potuto portare sui bus il proprio animale d’affezione secondo poche regole emerse dal lavoro di commissione: i cani dovranno essere tenuti al guinzaglio e con la museruola o in alternativa, come gli altri animali d’affezione, in trasportino o gabbiette. Saranno i padroni ad assicurare che gli animali non sporchino la vettura e non disturbino gli altri passeggeri dell’autobus. Né più né meno di quanto già fanno in strada.

IRENE GALLETTI

SALTATA VENDITA? DIRITTO DI PRELAZIONE SU CASTELLO SAMMEZZANO

Apprendiamo da fonti stampa che il giudice ordinario del Tribunale di Firenze ha accolto il ricorso di Kairos contro l’aggiudicazione del Castello di Sammezzano da parte della società araba di Dubai, la Helitrope Limited.

Il Castello potrebbe così tornare all’asta o essere assegnato alla stessa Kairos o, come ci auguriamo noi, entrare nelle disponibilità dei cittadini italiani. La strada è semplice e passa dall’esercizio del diritto di prelazione che spetta allo Stato tramite il Ministero a guida PD.

Il Codice dei Beni Culturali consente l’esercizio di questo diritto entro sessanta giorni dalla ricezione della denuncia dell’atto di trasferimento o entro centottanta giorni – aggiunge la vicepresidente della Commissione Sviluppo Economico e Cultura – se essa è presentata tardivamente o in modo incompleto. Un caso che calza a pennello per il Castello di Sammezzano.

A questo punto aspettiamo il PD alla prova dei fatti. Prima dell’asta lo stesso Presidente Giani aveva annunciato impegni personali anche col ministro Franceschini per un tavolo di coordinamento tra soggetti pubblici e privati che avrebbero potuto acquisire la proprietà di questa meraviglia del 1605. Purtroppo a questi annunci aveva seguito nei fatti il nulla, visto che il 9 maggio il più importante esempio di architettura orientalista in Italia, sito nel Comune di Reggello, era finito agli arabi.

Anche per questo abbiamo avanzato in regione un atto per impegnare la giunta a l’unico gesto concreto necessario: chiedere l’esercizio del diritto di prelazione su questo patrimonio inestimabile che deve diventare pubblico. Come richiesto al Ministro dalla nostra senatrice Michela Montevecchi.

A chi, come Giani, diceva che non ci sono i soldi per questa iniziativa ricordiamo che ogni euro investito in cultura genera un ritorno tra i 5,6 e i 6,3 euro.

Con la cultura, soprattutto in Toscana, ci si “potrebbe mangiare” tutti molto di più offrendo prospettive di lavoro a giovani qualificati, laureati ad esempio in tutela dei beni culturali, che magari per queste scelte di indirizzo sciagurate non trovano il loro lavoro e anche quest’estate stanno facendo la stagione tra bar e centri estivi o ancora peggio si sono rassegnati a stare a casa. I toscani alzino la testa e smettano di affidare il loro destino a una casta politica, da sinistra a destra, che è riuscita persino – in una regione come la Toscana – a non saper campare di rendita gestendo uno dei patrimoni culturali e paesaggistici tra i più ricchi al mondo. La stessa classe politica che quando è al governo preferisce ad esempio mettere miliardi pubblici per regalare due banche ad un’altra banca, piuttosto che darli a scuola, università e centri culturali.

IRENE GALLETTI

REGIONE PREMERA’ GOVERNO PER STABILIZZARE VIGILI DEL FUOCO PRECARI

Voto unanime del Consiglio regionale alla nostra mozione sulla soluzione chiesta dai Vigili del Fuoco precari al Parlamento.

In Toscana abbiamo un vigile del fuoco ogni 14.526 abitanti, quattordici volte meno della media europea, e nei capoluoghi di provincia è persino difficile arrivare a due squadre operative al completo.

I circa ottanta incendi dell’ultima settimana ci dimostrano l’urgenza di superare questa situazione vergognosa, dovuta ad anni di smantellamento del corpo nazionale, vessato da turni massacranti e stipendi inadeguati.

Una soluzione passa dalla stabilizzazione dei circa 60mila Vigili del Fuoco discontinui – figure formate che possono lavorare massimo 14 giorni consecutivi e 160 giorni l’anno – secondo quanto promesso da un atto votato nella Commissione Affari istituzionali della Camera e mai reso operativo. Grazie alla nostra azione la Regione si unirà a quelle che da gennaio chiedono al Parlamento di rendere operativo questo atto, la c.d. Risoluzione “Fiano”.

L’intera comunità toscana ha ben chiaro il tributo di riconoscenza verso i Vigili del Fuoco, ma spesso ignora che avviene in condizioni intollerabili dovute al malgoverno di chi finora a parola ne elogia le gesta ma nei provvedimenti si è dimostrato sordo alle richieste del corpo nazionale e sta abusando da troppo tempo della sua dedizione alla causa.

GABRIELE BIANCHI
IRENE GALLETTI