La Regione Toscana per decenni ha portato avanti una politica assurda a livello di sistemi informatici del sistema trasfusionale: ne aveva 4 diversi gestiti da altrettanti fornitori, con un assetto organizzativo in divenire. Nel 2012 la Giunta fece una delibera: sistema unico entro tre mesi. Peccato che i professionisti della politica ci abbiano messo 4 anni per fare la gara e chi l’ha vinta? Dedalus spa l’azienda guidata da Giorgio Moretti.

AMICO DI RENZI
Al di là delle doti imprenditoriali di Moretti e quindi del puro caso per il quale un amico di Renzisuo finanziatore, ex Presidente della municipalizzata dei rifiuti fiorentini Quadrifoglio spa, oggi sotto inchiesta per gestione illecita di rifiuti e violazione delle norme sulla loro tracciabilità e pure presidente di Q-Thermo (la società che vuol fare l’inceneritore di Firenze) – vince la gara sul gestore unico regionale, ci hanno incuriosito alcuni aspetti di questa “competizione”.

RIBASSO DEL 50%
Pensate che la base di gara era 2,6 milioni di euro, meno della metà di quella per il servizio analogo offerto all’Emilia Romagna sempre da una controllata di Dedalus spa, nonostante i due sistemi trasfusionali si somiglino. Una condizione svantaggiosa che non ha abbattuto l’infinita generosità di Dedalus spa, che è arrivata addirittura a fare un ribasso del 50% offrendosi per 1,3 milioni di euro. Una scelta giudicata “anormalmente bassa” da ESTAR – stazione appaltante per la Regione Toscana – che però è servita allo scopo: stracciare l’offerta del concorrente. Come si faccia a fare un servizio così complesso spendendo un quinto di quanto si spende in una situazione simile (Emilia Romagna) lo chiediamo alla giunta PD-Rossi. La qualità è preservata? Ci troveremo ad un nuovo caso Abruzzo con continui “adeguamenti” che rialzeranno la quotazione o semplicemente a Dedalus – per motivi ignoti – è andata bene così?

7 MILIONI DA REGIONE ABRUZZO
Perché questa gara Toscana non viene dal nulla. La storia del rapporto tra Dedalus e le commesse sanitarie regionali è lunga. Nel 2005 la Dedalus spa – in ATI con Telecom – vinse un bando della stazione appaltante della Regione Abruzzo per costruire il fascicolo sanitario digitale alla cifra di 4 milioni d’euro. L’appalto fu giudicato illegittimo ma Dedalus conservò la commessa e negli anni si vide assegnare adeguamenti dello stesso progetto per altre centinaia di migliaia d’euro, fino ad arrivare a circa 7 milioni di euro totali. Peccato che ad ottobre 2014 il Presidente della Regione Abruzzo denunciò che quel fascicolo sanitario digitale sarebbe stato già collaudato sì, ma senza esistere ancora. Pensate che a maggio 2016 il Dipartimento della salute della Regione Abruzzo ha stanziato un altro milione di euro con la promessa che 12 anni dopo l’aggiudicazione il progetto consegni ai cittadini il fascicolo sanitario digitale per settembre 2017.

5,6 MILIONI DA REGIONE EMILIA ROMAGNA
Nel maggio 2016 poi Dedalus, per il tramite della controllata Noemalife spa, ha appunto vinto la gara per gestire il sistema informativo dei servizi trasfusionali delle Aziende sanitarie della Regione Emilia Romagna. Una commessa da 5.600.000 euro arrivata grazie anche ad una curiosa coincidenza: l’offerta economica del concorrente era inferiore di 1 euro, pensate un po’ che stranezza.

IL SOFTWARE GIRERÀ SU MACCHINE VECCHIE?
Ma i dubbi sulla gara regionale vanno oltre ai minimi ribassi e a strani scenari “interregionali” di opportunità aziendale offerta dalla politica. Da una nostra precedente interrogazione abbiamo scoperto che il 70% del pc in forza al sistema sanitario toscano usa Windows Xp, un sistema operativo non più aggiornabile, su hardware e server mail che non possono adattarsi alle specifiche tecniche di questo nuovo software gestionale che Dedalus dovrebbe offrire. Siamo a livello di chi ti dice di poter far girare l’ultimo Pro Evolution Soccer in un PC fermo a 10 anni fa.

A questo punto più che di dubbi parliamo di certezze: in informatica o hai la macchina giusta per certi programmi o la devi cambiare. Se questa è la situazione come farà Dedalus a far girare il suo sistema?

PROBLEMA FORMAZIONE
E dulcis in fundo – aggiunge Quartini – abbiamo il problema formazione: tutto questo nuovo sistema lo dovrai insegnare agli operatori sanitari no? Certo. Ma ESTAR precisa che il tutto si svolgerà in una sola sessione e sede e riguarderà 20 medici, 30 infermieri, 5 amministratori di sistema e 25 persone delle associazioni. Formate loro, dice ESTAR, queste saranno “formatori dei loro colleghi”. Parliamo di percentuali da zero virgola sul totale degli operatori sanitari coinvolti oggi sui gestionali del sistema trasfusionale. Altro che ottimismo, ESTAR è alle previsioni da Mago Telma.

A questo punto vogliamo risposte dalla giunta PD-Rossi. In epoca di vacche magre non vorremmo mai che qualcuno fosse ancora lì a studiare modi di far favore agli amici, in conto ai cittadini.

ANDREA QUARTINI

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