Un’azienda di Cosenza interdetta per mafia gestiva la mensa per nidi e scuole del Comune di Cortona. Grazie al lavoro del Movimento 5 Stelle la questione è emersa e questo business toscano è stato interrotto. Presto il Comune di Cortona procederà alla riassegnazione del servizio, ma questa vicenda deve aprire una riflessione regionale sulle possibili infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici toscani.

L’appalto a Cortona era in capo ad una Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI). Solo una delle due società di questo RTI è stata oggetto di interdittiva, la Cardamone Group srl, all’80% di proprietà di Renzo Cardamone. Ci risulta però che l’altra azienda del RTI, con sede a Lamezia Terme, sia per la metà di proprietà di una persona che condivide al 50% un’altra attività imprenditoriale nel campo ristorativo proprio con Cardamone. Questa azienda gestisce in appalto dal 2015 il bar di un Ospedale massese e la mensa di una scuola a Subbiano (AR).

Nessuna illazione da parte nostra, bene precisarlo, solo l’indicazione di un esempio chiaro: le società che da altre regioni vengono a vincere appalti in Toscana sono naturalmente portate a riproporsi su tutte le occasioni che la regione offre nel loro ambito d’azione. E per questo è necessario alzare le soglie d’attenzione aumentando la diffusione delle informazioni tra gli enti che hanno registrato degli stop a loro appalti per interdittive.

Il caso Cortona può fare scuola e anche per questo è stato portato a livello nazionale con due interrogazioni m5s della deputata Chiara Gagnarli e del senatore Mario Michele Giarrusso.

GABRIELE BIANCHI