La Società della Salute di Firenze ha aggiudicato un appalto legato al Sistema Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) con una gara partecipata da un’unica realtà, il Consorzio CO&SO, che ha vinto con un ribasso di un centesimo di euro rispetto alla offerta base.
Perché una gara da 6,6 milioni di euro, per un servizio triennale rinnovabile, abbia attirato un solo partecipante e perché questo avrebbe rischiato di perdere presentando un ribasso così minimo ce lo deve spiegare qualcuno. In primis la Regione che di questa Società della Salute è comproprietaria tramite l’Azienda Sanitaria fiorentina e insieme al Comune guidato da Nardella.
Studiando le carte di questo appalto ci siamo dati una parziale spiegazione per questa rappresentazione imbarazzante del sistema PD di gestire la cosa pubblica. Il 10 agosto 2016 il Ministero dell’Interno ha definito per decreto le modalità attraverso le quali gli enti locali come i Comuni possono accedere al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e i Servizi dell’Asilo in ambito SPRAR. In quel decreto è scritto che gli Enti Locali già titolari di progetto SPRAR, o anche solo con competenza territoriale coincidente con quella di enti già titolari di progetto, non possono accedere al Fondo.
Questa novità metteva in difficoltà il Comune di Firenze che aveva attivi alcuni progetti SPRAR, uno dei quali – avviato nel 2010 e concluso ai primi di quest’anno – gestito proprio dal Consorzio CO&SO. Questo progetto, chiamato PACI, era in ambito SPRAR quindi si desume coperto dal Fondo Nazionale e gestito dal Consorzio CO&SO.
Di qui l’escamotage che sembrerebbe creato per aggirare parzialmente il decreto e garantire continuità (e introiti) a chi aveva realizzato questo servizio nei sette anni precedenti: una gara della Società della Salute di Firenze – e non del Comune – per cercare un partner col quale presentarsi al Ministero e accedere così al Fondo Nazionale in ambito SPRAR.
La gara è stata indetta il 28 ottobre 2016, con un mese di tempo per eventuali partecipanti per dimostrare di avere requisiti ritagliati sul Consorzio vincitore. Per dirne uno: l’aver gestito nel quadriennio precedente almeno due strutture di accoglienza attrezzate per richiedenti o titolari di protezione internazionale, per almeno 36 mesi. Non facile a Firenze e infatti nessuno tranne il Consorzio CO&SO si è presentato alla gara e chi l’ha fatto ha presentato un ribasso di un centesimo rispetto alla base di gara.
Il vincitore fornirà sicuramente al meglio il suo servizio ai 131 ospiti – 14 dei quali con bisogno di assistenza sanitaria domiciliare – e avrà di certo risolto le criticità denunciate con una protesta pubblica dai rifugiati accolti nel progetto PACI nel 2013, ma tutta questa storia merita l’opportuno approfondimento. Attendiamo risposte da Saccardi, che conosce bene il Consorzio in questione e il progetto PACI essendo nato sotto l’assessorato da lei diretto quando era nella giunta Renzi del Comune di Firenze.
Nel frattempo ci resta la sensazione che quanto accaduto racconti come i partiti abbiano una certa idiosincrasia nel rispettare le leggi che loro stessi, al governo, decidono per cittadini e istituzioni.