“Il poderoso sversamento di percolato dalla discussa discarica di Cava Fornace, gestita da Pogramma Ambiente Apuane spa, a cui abbiamo dovuto assistere ieri è l’ennesima dimostrazione dell’inazione della politica “decidente” di fronte a temi come la tutela ambientale.

Sono anni, tanti, che anche il M5S chiede di chiudere quella discarica perché sita in un’area non idonea, in un ambito carsico, quindi “drenante” proprio al di sopra di una falda acquifera che rifornisce tutta la Versilia e affluente del Lago di Porta, sito tutelato UNESCO- Natura 2000.

Incuria e mancanza di Controlli

Ora di fronte a ciò che è successo, per incuria, mancanza di controlli o per evento naturale poco importa in questo istante, cosa hanno da dire? La politica “decidente” si assumerà la responsabilità di non aver provveduto alla chiusura di quel sito nonostante le evidenze scientifiche, di aver cincischiato e anzi preso in considerazione la possibilità di accordare il raddoppio della portata di quella discarica, avanzata dalla società che la gestisce?

Il Diritto di Vivere in Ambiente Sano

Ora a tutti quei cittadini e cittadine “resistenti” che da anni si battono per una politica che riconosca il loro diritto di vivere, e far vivere le proprie generazioni future, in un ambiente sano, che tratti consapevolmente la prevenzione dei danni sia ambientali che di salute, strettamente correlati, cosa gli risponderà?” Questa l’amara riflessione di Riccardo Ricciardi, deputato e vicepresidente del M5S

Interrogazione nel 2021

“Nel 2021 presentai un’Interrogazione all’amministrazione massese,” aggiunge Luana Mencarelli, coordinatrice provinciale al tempo consigliera “preoccupata dalla richiesta di P.A.A. spa di poter svernare direttamente nella fognatura pubblica il percolato prodotto, in deroga all’obbligo di smaltimento come rifiuto speciale pericoloso. Addirittura veniva richiesto di variare in aumento i valori delle soglie di concentrazione degli elementi pericolosi perché la legge allo stato di fatto non l’avrebbe consentito.

Dati Arpat Preoccupanti

I dati delle analisi svolte da Arpat dimostravano che alcuni di questi elementi erano presenti nel percolato molto al di sopra delle soglie consentite: i solfati, ma anche molti altri inquinanti pericolosi, come Ferro-Manganese-Triclometano-cloruri e fluoruri, le superavano di molto e il depuratore di Gaia non era adatto al trattamento di questa raccolta, le cui acque finiscono in mare.

Ora che tutto quel percolato è stato assorbito dalle matrici ambientali e in parte dirottato al depuratore di Gaia, quali saranno i problemi conseguenti?” si chiede.

Conclusioni

“Questo è il risultato politico di voler mantenere in vita attività dannose o pericolose per l’ambiente perché qualcuno ci lavora o perché versano soldi nei bilanci comunali, però nessuno chiarisce mai quali siano i costi sociali che tutti e tutte dobbiamo pagare per queste scelte scellerate.

Lo stesso governo Meloni traccia la via: colpire più duramente gli ambientalisti e lasciare in pace chi produce, non importa cosa, anzi.

Che dire: dopo un passato disastroso, bel futuro si prospetta per il nostro territorio!” conclude Ricciardi.