Da tempo, decreto 145/2013, Toscana Aeroporti sa che deve realizzare procedure concorrenziali per scegliere i vettori cui dare dare contributi, sussidi o qualsiasi altra elargizione per lo sviluppo delle rotte. Procedure i cui esiti vanno comunicati ad ENAC entro il 31 gennaio di ogni anno e che includono il cosiddetto “co-marketing”, ovvero “iniziative di promozione territoriale e attività turistica” pagate in cambio di voli quotidiani che portano passeggeri. Una zona grigia dentro cui stanno elargizioni multimilionarie soprattutto alle compagnie low cost che possono drogare il mercato. E come si sa la droga crea dipendenza con tutte le conseguenze del caso relative.

I cittadini hanno iniziato a convenire con noi sul fatto che la dipendenza dell’aeroporto di Pisa da Ryanair sia figlia di una miopia di governo del gestore, oggi Toscana Aeroporti, capace di generare problemi economici ed occupazionali a seguito della minima crisi del vettore, come dimostrato proprio nell’ultimo mese.

Ma ancora molti di questi cittadini ignorano la seconda parte della storia: la convenienza per Ryanair di stare a Pisa non è arrivata tanto dal mercato, importante, dei passeggeri da e per la nostra Regione che scelgono lo scalo, quanto dalle elargizioni del gestore dello scalo spesso fornite proprio tramite la formula del “co-marketing”. I nostri parlamentari hanno scoperto che Ryanair avrebbe ricevuto così, dal gestore toscano, circa 11 milioni di euro l’anno. Un importo considerevole, finito ad una società irlandese – quindi con regime fiscale agevolato – senza troppo riguardo anche per questioni come le condizioni lavorative del personale.

Vogliamo capire se tra i 100 milioni che Ryanair avrebbe ricevuto (in dieci anni) dal gestore dell’aeroporto di Pisa, che ha sempre avuto tra i suoi comproprietari la Regione, ci sono finiti anche i soldi dei toscani. E nel caso a quanto ammonti questo contributo e come sia stato elargito.

Siamo consapevoli del fatto che Ryanair ha consentito a milioni di cittadini – soprattutto giovani – di poter viaggiare a costi ragionevoli, spesso anche per questioni cruciali come il ricongiungimento familiare. Ma la serietà ci impone oggi di esigere trasparenza sulle scelte di chi ha governato le nostre istituzioni e il controllo di efficacia su queste: i toscani hanno pagato Ryanair solo all’atto d’acquisto del biglietto o quel biglietto era così basso perché lo pagavamo, senza saperlo, tutti quanti?

IRENE GALLETTI