“Registriamo come in Toscana manchino le le mascherine, da quelle chirurgiche a quelle FFP2/3 indispensabili ai sanitari che, immersi nel virus, rischiano di ammalarsi e di non poter curare più i pazienti. Una speranza per risolvere questo problema ci viene dalla possibilità di sterilizzarle in autoclave, un impianto che si trova anche negli ospedali. Si potrebbe fare un test per verificare quante volte le mascherine possono “passare” in autoclave, restando comunque funzionali.
Ma potremmo andare anche oltre, e velocemente. Bisognerebbe chiedere alle aziende che producono le mascherine di progettare le FFP2/3 non soltanto con i fitri staccabili e sostituibili (e queste già esistono) ma anche con la parte in “plastica” sostituibile – in pratica quella non filtrante, che andrebbe sanificata in autoclave. Oppure si potrebbero avere anche i filtri sanificabili in autoclave, magari con procedure diverse rispetto al “corpo” della mascherina. Un’altra opzione potrebbe essere quella di avere mascherine a “pezzo unico”, cioè senza possibilità di smontare il filtro, ma progettate e assemblate in modo tale da poter passare in autoclave varie volte.
Tutto questo ci permetterebbe di avere maggiore disponibilità di mascherine, indispensabili a medici ed ai cittadini per non infettarsi. Sapendo che queste procedure sono già state proposte alle ASL da aziende qualificate, ho presentato una interrogazione per accelerare l’iter.”