Presentata una interrogazione in Regione a seguito di complicazioni nelle notifiche.
“Nella fase 2 è necessario ‘testare’, ‘tracciare’, e ‘trattare’ i cittadini per scongiurare una seconda ondata pandemica. Il sistema delle 3T deve però essere veloce e strutturato, oltre a rispettare la privacy dei pazienti.
Il paziente ‘positivo’ si trova però immerso in un protocollo che non ci appare adeguato all’emergenza che stiamo affrontando. Il paziente che esegue il test sierologico, dovunque lo faccia, deve a nostro avviso essere ‘accolto’ immediatamente dal sistema sanitario per la verifica con il tampone, senza dover passare per telefonate, appuntamenti, mail, password che complichino il percorso.
Il percorso che dovrebbe ‘mettere il cittadino al centro’ deve prevedere che il sistema sanitario gli fissi un appuntamento per il tampone in poche ore, e che tutti i soggetti debbano attivarsi e coordinarsi. A maggior ragione se il tampone sarà positivo. A quel punto il cittadino deve essere accudito, monitorato, curato immediatamente se necessario, e i suoi contatti ugualmente accolti in un protocollo che impedisca la propagazione del virus.
Abbiamo grandi professionalità nelle corsie degli ospedale e in tutte le strutture sanitarie: dobbiamo però dare a loro i migliori strumenti, e non complicargli la vita. Perché solo dandogli il meglio, potranno tutelarci al meglio”.