“All’arrivo della prima ondata di Covid_19 la Regione Toscana ha avuto una doppia fortuna: quella di avere in corsia sanitari eccezionali, che hanno lavorato senza sosta, e quella di poter chiudere prima di essere investita in pieno dall’ondata. Fortuna – quest’ultima certamente – condivisa con altre regioni del centro sud. Il sistema sanitario ha messo in atto una serie di scelte, come quella di trasferire in fretta e furia, armi e bagagli, macchinari, sanitari e molti casi non Covid_19 a strutture private (dietro pagamento s’intende) trasformando ospedali pubblici in ospedali Covid_19 (con grande gioia dei sanitari del servizio pubblico), piazzando letti covid sparsi in giro per la Toscana sulle quali, vista l’emergenza, abbiamo taciuto. Adesso però vediamo che sta già smantellando tutto, come fosse scampato pericolo: chiusi i reparti Covid, riportati i macchinari in ospedale.
Non è un problema di spese (non solo), ma di precauzione: non è affatto detto sia tutto finito. Anzi: le ultime notizie non sono incoraggianti e, se si dovesse ripetere un’epidemia, potremmo non essere così fortunati, e dovremmo essere preparati per non far rischiare inutilmente i sanitari e i toscani: strutture covid19 pronte (no, non gli ospedali da svuotare di nuovo e le cliniche private da riempire) ben separate dagli ospedali pubblici, che dovrebbero continuare il loro lavoro. E’ così?
Qualche dubbio lo abbiamo, e – visto che tempo per organizzarsi, quelli che comandano, ne hanno avuto, e ne hanno – vogliamo precise garanzie dagli organismi direttamente responsabili: l’assessorato alla Salute e le ASL”.