Dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali arrivano otto settimane di cassa integrazione in deroga nel 2024 per fronteggiare la crisi occupazionale dei lavoratori dipendenti delle imprese del comparto moda.
Qualunque aiuto messo in campo lo riteniamo apprezzabile per sostenere un comparto in crisi come quello della moda che in Valdarno tocca tante famiglie. Quasi il 25% degli occupati totali.
Ma ci preoccupiamo nel momento stesso che un’azione così risicata sia enfatizzata senza avere rassicurazioni sui passi successivi e cioè un sostegno maggiormente strutturato su tutta la “filiera” del comparto moda.
A quel tavolo oltre ai sindaci della vallata c’erano i rappresentanti delle categorie economiche che invece hanno mosso precise tipologie di interventi a salvaguardia dell’intera “filiera”.
Purtroppo è l’ultima manovra di bilancio a preoccuparci sulla reale volontà di questo governo nel voler individuare le azioni necessarie a sostegno del Paese.
Non a caso nel confronto di ieri è tornato centrale l’interlocuzione con il sistema bancario per un accesso alla liquidità che permetta di far respirare le imprese.
Ci stupiscono anche le affermazioni della sindaca di Montevarchi che alla domanda posta sul mancato coinvolgimento dei sindacati ha detto che non ha preclusioni “l’ importante però è che si sia propositivi”. Da quello che abbiamo letto, i sindacati hanno evidenziato che “moda” non è solo confezioni ma anche pelletteria, calzaturifici, accessori e in modo particolare le imprese metalmeccaniche.
Perché come hanno già ricordato in tanti la moda in Valdarno è una vera e propria “filiera” con un indotto che da lavoro anche a interi nuclei familiari. Per questo condividiamo la necessità di rivedere i codici Ateco coinvolti.
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