Domani al voto la nostra proposta di risoluzione sul conflitto di interesse in sanità, scaturita dopo l’inchiesta Pasimafi che ha portato all’arresto Guido Fanelli e altre 18 persone.
PD e Rossi hanno tardato di un mese il voto su questo atto, ma domani saremo alla prova d’aula: dopo l’inchiesta PASIMAFI serve un confronto e approfondimento franco sul tema conflitto di interesse in sanità, dal quale emergano misure per scongiurare quanto accaduto, a tutela della salute pubblica. Guido Fanelli lanciò qui in Toscana il 22 gennaio 2016 la rete dei Centri Hub al centro dell’inchiesta, quel ‘Network del dolore’ chiamato PINHUB che ha tre nodi nella nostra regione. La magistratura farà il suo corso, alla politica il compito di imparare le lezioni prima di arrivare al terzo grado di giudizio.
La parte toscana della vicenda coinvolge un medico facente funzioni di primario a Careggi, due importanti aziende farmaceutiche toscane (Molteni Farmaceutici e Menarini) e alcune figure coinvolte nelle indagini sono manager di aziende che hanno avuto commesse anche col sistema sanitario regionale.
Parliamo di una vicenda intollerabile dove ignari pazienti che chiedevano terapia del dolore sono stati sottoposti a sperimentazioni illegali, per lucro. Parliamo di persone fragili, spesso malate di cancro. Se il profitto sul dolore è di per sé discutibile, in questo caso siamo ad un livello successivo, metro della degenerazione etica che sta investendo la sanità non schermata da certi appetiti.
Come Movimento 5 Stelle continueremo a difendere il bisogno di una sanità pubblica autorevole e immune da questi appetiti. Bisogna invertire la rotta PD – Rossi che sta sempre più consegnando la nostra salute nelle mani dei privati e delle loro logiche.
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