Il Movimento 5 Stelle torna sul caso spandimenti nei terreni agricoli, oggetto della maxi-inchiesta Demetra curata dalla DDA di Firenze. Presentata una mozione in discussione nel prossimo Consiglio Regionale.
“La Regione ha recepito la normativa nazionale sull’uso dei fanghi in agricoltura nel 2004. Ma il regolamento emerso, 14/2004 capo III, parte daun presupposto di onestà e correttezza delle aziende titolate agli spandimenti che l’inchiesta Demetra dimostra fallimentare. Oggi sono questi soggetti che effettuano in prima istanza i controlli dei fanghi e mandano periodicamente i risultati a Regione, ARPAT e Comune. Mentre il buon senso direbbe che sia un ente tecnico terzo, come la stessa ARPAT, a fare direttamente i controlli e non semplicemente verificare dei numeri scritti dal controllato. Si eviterebbe il quadro nefasto emerso ad oggi con terreni a Palaia, Peccioli, Fauglia, Crespina Lorenzana e Lajatico tra i quali sono stati riscontrati idrocarburi trenta volte il limite di tolleranza fissata dalla normativa”.
“In attesa della revisione di legge, serve una moratoria sull’utilizzo dei fanghi in agricoltura. La Svizzera lo ha fatto dal 2003, molti Land tedeschi l’hanno seguita. Già l’Emilia Romagna, a noi vicina, ha limiti più stringenti sulle sostanze tossiche tollerate nei fanghi. Per l’ennesima volta diciamo al PD: basta studiare le buone pratiche e copiarle. In termini numerici parliamo di circa 494mila tonnellate annue da gestire ad esempio col compostaggio. Ma per prevenire eventuali problemi sanitari e ambientali, dobbiamo fermare lo sversamento nei terreni toscani sui quali si coltiva”.
“Siano i gestori del servizio idrico integrato toscano a coprire i costi per i controlli sui fanghi di depurazione smaltiti finora nelle nostre terre vocate all’agricoltura. Se siamo in questa situazione è anche per loro responsabilità. Sulla depurazione si potrebbero realizzare progetti straordinari, anche di recupero energetico: suggeriamo di studiare quanto sta avvenendo ad Aarhus (Danimarca), dove col trattamento dei reflui urbani verrà soddisfatta l’intera domanda elettrica cittadina del servizio idrico. Ennesimo esempio di economia circolare, quella che abbiamo presentato come proposta di legge in Consiglio e il PD tiene a stagionare”.
Giacomo Giannarelli