Ieri uno studente pistoiese di 17 anni, mentre si trovava in un’officina meccanica di Montemurlo per l’alternanza scuola lavoro, si è amputato la falange di un dito mentre impugnava un trapano.
Il ministro Busetti ha chiesto approfondimenti, segnalato la gravità di quanto successo e disposto la verifica dell’accordo tra l’Istituto tecnico dove il ragazzo studia e l’azienda dove prestava lavoro non retribuito secondo il meccanismo dell’alternanza scuola-lavoro. Anche l’ASL sta indagando per conto della Procura di Prato e seguiremo entrambi i filoni di accertamento.
Quanto successo è grave e impone l’immediato ripensamento della legge 107. C’è un problema di sicurezza e di giustizia dietro l’assurda evoluzione dell’alternanza Scuola-Lavoro decisa dalla maggioranza PD, NCD e affini. Molti tra ragazze e ragazzi denunciano da tempo l’utilizzo distorto di questo strumento che dovrebbe essere destinato alla formazione sul campo, spesso usati dalle aziende come manovalanza sottopagata o peggio ancora sfruttati per mansioni a cui non dovrebbero essere accostati.
Raccontano che vengono impiegati come stuart, fanno fotocopie, avvitano bulloni, fanno commissioni extra lavoro per i titolari: queste prassi illegittime da parte delle aziende vanno a svantaggio dell’insegnamento nei confronti dei ragazzi, che non possono così apprendere le competenze spendibili per futuri impieghi (retribuiti!) e sentirsi valorizzati per le loro capacità e attitudini, come ci si aspetterebbe da un sistema educativo/formativo efficace.
Presenterò un’interrogazione a riguardo, perché troppe volte l’assessore ha lodato il sistema dell’alternanza derubricando a episodi marginali le ingiustizie come quelle che ho sopra descritto. Qualcosa deve cambiare e queste denunce non devono più restare inascoltate.