“La regione Toscana approva una legge che predispone, una tantum, fino a 900 euro a medici, infermieri e i sanitari del SSR. Più soldi, inoltre, a chi è nei reparti COVID-19, meno per gli altri operatori. Si tratta di un riconoscimento doveroso per il lavoro svolto da tanti “eroi di uno sventurato popolo”.
Ricordiamo che la monetizzazione del rischio è un surrogato insopportabile quando il sistema è incapace oppure è impossibile eliminare il rischio stesso. Con questa consapevolezza avevamo proposto più soldi e per più tempo, perché in questo caso il rischio altissimo durerà ancora mesi ed è iniziato almeno a fine gennaio. Secondo noi è poco per chi vive in trincea senza le dovute protezioni, né tamponi da settimane. Tuttavia non potevamo votare contro una proposta di indennizzo, per quanto frutto di un senso di colpa di una classe politica che ha massacrato la sanità pubblica per decenni anche in Toscana e, almeno in parte, colpevole dei ritardi in questa emergenza, come per esempio nella protezione nelle RSA. È imperativo programmare per il futuro un rilancio della sanità pubblica, a partire dai territori, fino all’aumento dei posti-letto ospedalieri, almeno alla media europea.
La privatizzazione e l’esternalizzazione dei servizi è stata un danno che abbiamo pagato a caro prezzo in questa epidemia. La carenza della pianificazione degli interventi in caso di pandemie ferma al 2009, dovuta ai bisogni di aggiustamento dei bilanci e non della popolazione, ne è la riprova dolorosa. È questo che, più di un indennizzo, meritano, oltre ad un debito impagabile di gratitudine, i tanti operatori del Servizio Sanitario Regionale della Toscana.”