Leggi l’intervista che ho rilasciato al quotidiano La NAZIONE. Ecco il testo integrale:

Manca più di un anno al voto regionale ma le grandi manovre, sia pure sotto traccia, sono già iniziate in molti partiti. Come vive il Movimento questa fase?
 
Stiamo vivendo questa fase tenendo i piedi per terra: puntiamo dritto ai temi che contano per i toscani, dalla sanità all’ambiente. Siamo aperti a dialogare con chi la pensa come noi, ma non accettiamo pacchetti preconfezionati. Prima i programmi, poi i nomi. vogliamo costruire qualcosa di concreto per la Toscana, non giocare a chi si siede sulla poltrona più comoda.
 
L’ipotesi del campo largo tiene banco quasi quotidianamente. Secondo lei ad oggi ci sono le condizioni per sedersi a un tavolo. E se sì, potreste sedervi insieme ai renziani?
 
Siamo aperti al dialogo con tutte le forze progressiste, ma abbiamo seri dubbi su Italia Viva. La nostra incompatibilità programmatica e valoriale con il partito di Renzi resta incolmabile: il programma elettorale di PD e Italia Viva alle scorse regionali era ad esempio totalmente incompatibile con il Movimento 5 Stelle, con l’anima progressista della sinistra e quella del rinnovato PD. Dobbiamo guardare a un futuro condiviso, senza ambiguità, e per fare questo servono meno tatticismi e più impegno concreto per la nostra regione, dalle isole all’Appennino.
 
 
Alle comunali fiorentine, nonostante il feeling romano tra dem e 5 Stelle, l’accordo tra Masi e Funaro non c’è stato. Che idea si è fatta in proposito?
 
A Firenze, come in tutta la Toscana, abbiamo cercato condivisione di valori e programmi: se non si è trovata un’intesa, evidentemente mancavano le basi comuni necessarie per costruire un’alleanza solida e credibile, mentre a Prato questi presupposti c’erano e i risultati si sono visti; in altri casi, come a Rosignano, abbiamo vinto in opposizione al Partito Democratico, dimostrando che devono essere protagoniste le proposte per i territori, senza le quali la volontà politica conta poco.
 
Quali sono i grandi temi che vi dividono dall’attuale maggioranza in Regione e quali invece gli argomenti sui quali il confronto ha margini di intesa?
 
I punti di distanza con l’attuale maggioranza regionale riguardano principalmente la gestione della sanità, la Multiutility, l’espansione dell’aeroporto di Peretola e il consumo di suolo, mentre potremmo trovare convergenze su temi come la tutela ambientale, gli investimenti nella sicurezza idraulica e il supporto alle fasce più deboli, a patto che ci sia una reale volontà di cambiamento e non solo dichiarazioni di facciata; a tal proposito, suggerisco un tavolo dove prima dei nomi si confrontino i programmi, poiché l’intesa può nascere solo da questo. e invece per adesso sento solo parlare di nomi, ed è un vero peccato perché non è questo che interessa ai toscani.
 
Quanto pesano le logiche romane sugli politici accordi regionali? Il Movimento toscano mantiene la sua autonomia rispetto alle mosse di Conte.
 
Le influenze romane riguardano soprattutto altri partiti. Il Movimento 5 Stelle, invece, lavora in stretta sinergia tra livelli istituzionali e territori. Ci uniamo su battaglie cruciali come la ripubblicizzazione dell’acqua e la lotta contro il Keu, assicurando che le decisioni siano prese con le comunità locali che sono da sempre al centro delle nostre priorità.
 
Sanità e grandi opere. Quali le vostre prossime azioni prima della fine del mandato?
 
Prima della fine del mandato, la nostra priorità è promuovere un deciso cambio di rotta nella gestione sanitaria territoriale e nella tutela ambientale e paesaggistica, contro il consumo di suolo e in favore della sicurezza idraulica. L’alluvione che ha colpito duramente la Toscana lo scorso anno ci ha dato una lezione chiara: servono investimenti concreti nella prevenzione. Porteremo con forza questo tema ai tavoli di trattativa, mantenendo una posizione ferma e senza compromessi.