Siamo all’ennesimo atto incostituzionale promosso dalla giunta con un iter d’urgenza incomprensibile, visto il tema. La Toscana aveva bisogno di una buona legge di sistema, ma il PD ha sprecato l’ennesima occasione utile. Ci chiediamo se l’impugnazione governativa arriverà prima o dopo capodanno. Quando una Regione si mette a definire aspetti come cosa sia un imprenditore, viene da chiedersi se sia più l’ignoranza di diritto costituzionale o l’arroganza di voler mettere l’ennesima bandierina, inutile per i cittadini, nella bacheca delle cose fatte.
Mentre il mondo si muove nella direzione del criterio oggettivo di spazi e servizi, la Toscana PD è rimasta ancora ad occuparsi dei soggetti che gestiscono le strutture. Dimenticandosi tra l’altro l’unico centro di qualsiasi politica di sviluppo del settore: il sostegno alle piccole e medie imprese turistiche. Una scelta in controtendenza con le normative regionali di chi ad oggi ci sta davanti nella classifica delle presenze e dell’offerta. Dovevamo chiederci perché abbiamo quasi la metà del turismo straniero del Veneto o 3,5 milioni in meno dei flussi del Trentino. Queste erano la sfide conoscitive da mettere prima di ogni provvedimento normativo.
Prevediamo di dover tornare più e più volte su questa legge, per i suoi vizi di incostituzionalità e per l’evidente distanza tra le necessità del settore e quanto presentato. In quelle occasioni ribadiremo l’importanza della ricerca sul tema, la necessità di puntare sul turismo sostenibile, dimenticato da questo testo PD, e soprattutto il sostegno alle imprese turistiche per arrivare ad un miglioramento decisivo della qualità dell’accoglienza. Con noi al governo tutto questo sarebbe già realtà da un anno, con l’unico obiettivo di portare qui in Toscana quei 20 milioni di turisti stranieri che oggi scelgono il Veneto prima di noi.