In seguito alla relazione tecnica redatta da ISPRA per il Ministero dell’Ambiente sull’inquinamento delle acque a causa della marmettola prodotta dall’attività di escavazione del marmo, molte sono le riflessioni da fare e decisioni che si dovrebbero assumere.
Non ci stupisce quello che mette nero su bianco l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale in quanto il fenomeno “dell’acqua bianca” nei fiumi in tempo di piogge è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere.
Sarebbe danno ambientale, sebbene si possa tranquillamente parlare di reato ambientale, l’impossibilità di tracciare l’esatto responsabile a causa della carsità della montagna, diventa il salvacondotto di tutti i responsabili diretti o indiretti. Si perché se la colpa è di chi svolge la propria attività in spregio alla legge, tali sono da considerare anche coloro che dovrebbero controllare e punire e non lo fanno usando un cavillo normativo che nessuno ha mai chiesto di modificare per la tutela dei cittadini.
Noi dissentiamo però dal fatto che “un colpevole” individuabile non ci sia perché di fatto è l’attività estrattiva nel suo complesso, quindi fermiamola e l’onere della prova addebitiamola ai singoli concessionari.
In fin dei conti sarebbe semplice se lo si volesse fare: con un controllo strumentale si potrebbe individuare l’esatto quantitativo di marmo estratto per ogni singola cava, poi con formule matematiche si potrebbe tranquillamente calcolare l’ammontare della marmettola prodotta e controllare i quantitativi registrati, regolarmente smaltiti e quindi rinvenibili in bolle e fatture. La differenza è quella nei fiumi. I controlli dovrebbero essere ferrei, regolari e costanti sui piazzali e non dagli uffici sui fogli prodotti dai concessionari. Pare evidente che non basti.
Possiamo quindi dire che molti sono gli aspetti e i soggetti da mettere sotto processo in questo caso, da chi produce la marmettola, a chi non fa controlli, chi li difende e chi non li punisce. Migliaia sono stati negli anni gli esposti e le denunce, ma si continua a distruggere e a permettere di farlo pur consapevoli tutti e a conoscenza dell’immenso danno ambientale. In questo contesto a Massa l’amministrazione intende aprire nuove e vecchie cave e le forze politiche esultano.
Per favore almeno smettetela di definire l’escavazione “sostenibile” perché è stato scientificamente documentato che così non è, è una sonora presa in giro per tutto il resto di mondo che attonita guarda “l’acqua bianca” nei propri fiumi, ma sai com’è siamo in Italia!