La ricostruzione della realtà effettuata dalla maggioranza per lanciare la campagna elettorale di Baroncini è raccapricciante e di quanto più lontano c’è dal vero.
Leggiamo interventi del tipo “nessun aumento di tasse” dimenticando volutamente che Montecatini ha l’aliquota massima dell’Irpef dall’epoca di Severi/Sartoni e quindi, anche volendo, non potevano alzare niente.
Quello che hanno alzato, con la loro incapacità, è il costo della TARI, passato da 6,5 milioni del 2020 a 7,6 del 2023. Un aumento di 1,1 milioni in tre anni ed un’eredità che porterà la tari a 9 milioni nel 2026. Un’operazione creata dal binomio Ato-Corrieri che obbligherà la prossima amministrazione a provvedimenti straordinari per evitare il default dell’economia cittadina con un sistema di raccolta totalmente fallimentare, da rivedere e con una città più sporca.
Sentiamo poi, in consiglio, frasi del tipo “lasciamo una città migliorata” sorvolando però su tutti gli aspetti in cui Montecatini è cambiata, ovviamente in peggio.
Baroncini lascerà una città con le proprie Terme all’asta fallimentare che durerà anni. Senza eventi di rilievo, avendo perso quelli di successo ereditati ed incapace di sostituirli con nuovi. Una città che ha sperperato un posizionamento importante nel periodo natalizio. Dopo il tentativo di abolire il Natale nel 2022, l’Assessora è stata commissariata ed è stato organizzato un Dicembre inadeguato, mal presentato ed assolutamente insufficiente a creare ricchezza in città. Non sono però mancati gli sperperi in questi anni come i vari bagni in fontana, cuori spezzati, altalene e coperte agli alberi. Baroncini lascia una città con la metà degli alberghi che ha trovato, arrivato per riportare un livello di turismo più elevato ha trasformato le strutture del centro cittadino in Hotel Covid e centri di accoglienza.
La sua Giunta, in cinque anni, è stata completamente incapace di creare servizi qualificanti in città perdendo anche i pochi esistenti: zero attività per il commercio, zero attività sociale, nessuna collaborazione attiva con le associazioni di volontariato, nessun progetto per i giovani, per le famiglie o per gli anziani.
Baroncini ha fallito la missione di riaprire il bocciodromo in un giorno, ha dovuto chiudere lo Stadio ed ha perso i grandi eventi al palazzetto.
Restano in piedi, tagli del Governo Meloni permettendo, solo le prospettive di interventi finanziati da quel PNRR che il Governo Conte ha conquistato in Europa e che la maggioranza di Baroncini ha prima criticato e poi sfruttato per riempire le caselle vuote di cinque anni di mancati interventi.
Non esiste un solo progetto di questa giunta, niente sulle scuole, niente sulle strade, niente in Pineta. Baroncini ha prima definanziato e poi perso di vista le opere sulla Pineta e sulla zona Sud che aveva trovato già cantierabili ed in cinque anni non è stato in grado nemmeno di inaugurare Via Sardegna, trovata già affidata e pronta a partire.
Sulla sicurezza, motivo di orgoglio in campagna elettorale, c’è da registrare il totale smembramento della Polizia Municipale, numericamente impossibilitata a portare avanti anche i servizi obbligatori. Risse e vandalismo ormai all’ordine del giorno.
Il quinquennio Baroncini è stato segnato dallo svuotamento dell’Ente, con uffici ormai inabili ad operare per mancanza di risorse organiche, in molti casi, scappati in altri Comuni per non sottostare a l’inconsistenza di questa Giunta che non si è mai peritata a scaricare le colpe delle proprie inadeguatezze sui dipendenti.
L’impossibilità ad operare degli uffici è certificata dall’oltre anno e mezzo che l’ente sta impiegando ad affidare alla Montecatini Parcheggi e Servizi il controllo della sosta negli stalli residenti. Un servizio ancora non affidato perchè gli uffici non riescono a scrivere gli atti o entrano in conflitto tra loro senza la guida necessaria della Giunta.
Cinque anni di servizi in proroga o affidati in gravissimo ritardo con il Piano Strutturale probabilmente non approvabile nei tempi stabiliti nonostante la scadenza fosse nota già al loro insediamento.
Cinque anni che si ricorderanno più per le multe del T-red che per l’Unesco. Ottenuto con il lavoro del Sindaco Bellandi e messo in pericolo dal mancato lavoro del Sindaco Baroncini.
Baroncini lascia una città impoverita, senza identità né progettualità per il futuro, una Montecatini impoverita del suo cuore verde con i tagli indiscriminati ai pini senza un vero progetto di riqualificazione del patrimonio arboreo, una città la cui unica speranza si chiama “amministrative 2024“.
Per questo appuntamento il Movimento 5 Stelle sta lavorando duramente per porre le basi ad un progetto città condiviso che vada oltre le bandiere politiche, oltre le aspirazioni personali e che racchiuda la massima collaborazione e le migliori idee possibili.