“I mali in MPS sono iniziati con l’etero direzione della banca ad opera del Partito Democratico. Renzi conferma la sua attitudine di illusionista: stigmatizzava il PD bersaniano per le ingerenze del passato su MPS e oggi sta facendo peggio. Altro che la politica fuori dalla banca: siamo alla malapolitica che usa le istituzioni per regalare agli amici, qui JP Morgan, un patrimonio che ancora oggi è per quota maggioritaria dello Stato Italiano. La scelta di Morelli è questo. Renzi ha fatto en plein: un uomo ex JP Morgan ed ex Monte dei Paschi da attore partecipante di una gestione dissoluta della banca, dove alle logiche di mercato si sostituivano i rapporti politici e “di cerchia”. In altri tempi si sarebbe detto che ha riunito le due anime del partito.
Ora dal cilindro Renzi tira fuori anche Turicchi, vicino a quel Vittorio Grilli attuale numero uno di JP Morgan in italia ed ex Ministro dell’Economia. Siamo alle vergognose porte girevoli che hanno distrutto il Monte dei Paschi ridotte a metodo di lavoro: l’allora Ministro Grilli curò nel 2012 la pratica back stop (per i c.d. Monti Bond) facendo finta di non sapere i problemi di veridicità dei bilanci dell’Istituto. Oggi, 4 anni dopo, è a capo della banca che sta per godere dei benefici del disastro successivo e il Governo sceglie un uomo a lui vicino per guidare MPS. Si era portato avanti col lavoro nel 2012 o faceva gli interessi del paese come da giuramento all’atto di nomina? Gli italiani onesti devono alzare la testa davanti a tutto questo e voltare pagina”.
Giacomo Giannarelli
consigliere regionale M5S
presidente della Commissione d’inchiesta sullo scandalo Monte dei Paschi di Siena