“Lo scorso 23 marzo, di fronte alla ipotesi di spostare alcune attività dell’ospedale di Arezzo, interrogavo la Giunta regionale sulla inopportunità tale scelta. Nonostante non abbia ricevuto alcuna risposta, tale scelta si è poi consacrata con delibera il giorno dopo. Riteniamo inopportuna la scelta per diversi motivi:Il più importante: la difesa della sanità pubblica deve essere il faro che guida qualunque azione rispetto alla salute dei cittadini. Proprio in ordine alla pandemia abbiamo verificato quanto sia stato deleterio smantellare il sistema pubblico. Riteniamo immorale offrire pezzi di sanità pubblica al privato strumentalizzando un’emergenza.
Il rifinanziamento della sanità pubblica dovrebbe passare dalla riqualificazione dei presidi dequalificati da una politica di privatizzazione e/o di contenimento dei costi vergognosa, e nel caso specifico la Giunta poteva contare su diversi presidi: da Bibbiena, a Montevarchi, a San Sepolcro.Si è scelto di svuotare di tutte le competenze un ospedale pubblico (che resta solo COVID19) per destinarle a privati, peraltro oggetto di indagine giornalistica che ha generato dubbi proprio in tema di convenzione con il sistema pubblico (REPORT), tanto da rendere oggi inopportuna moralmente questa scelta, senza un’indagine doverosa e trasparente da parte della regione.
Il privato si prende l’attività remunerativa e meno rischiosa (COVID19 e DEA restano al pubblico) mettendo di fatto in risalto il disegno futuro di ulteriore squalifica della sanità pubblica.Tutto questo è inaccettabile. Noi continueremo a difendere il servizio sanitario pubblico senza mediazioni. Ho presentato oggi stesso una nuova interrogazione urgente.”