Le notizie presentate con enfasi in conferenza stampa lunedì 15 gennaio scorso in merito al cosiddetto “tubone” sono vecchie di due anni; è stato solo l’ultimo modo del PD per fingere di aver fatto qualcosa.
Per qualche novità attendiamo allora il 31 gennaio, quando la conferenza dei sindaci interessati al Progetto dovrebbe finalmente approvare il piano definitivo degli interventi da realizzare, ancora tenuto segreto. Nonostante le precise richieste di molti dei presenti infatti, nella conferenza stampa il progetto vero e proprio non è stato mostrato. Un incontro di pura e semplice propaganda disertato dal Presidente Enrico Rossi.
Dal 2014 il Movimento 5 Stelle ha fatto pressione sulla allora assessora regionale Annarita Bramerini perché l’idea di realizzare il depuratore nell’Anchione fosse accantonata, essendo palesemente costosa e inutile. Bramerini rispose verbalmente accogliendo la proposta e altre analoga, concetto ribadito per iscritto nel marzo 2016 anche dall’attuale assessora Fratoni. Com’è possibile quindi che questa si sia presentata a Ponte Buggianese spacciando per nuova una “notizia” vecchia di due anni?
Come M5S avevamo ottenuto l’apertura della pagina web dove reperire informazioni avanzate sul progetto, un’iniziativa sollecitata anche dal Difensore Civico Regionale per ovvi motivi di trasparenza. Peccato che la “nuova” Giunta Regionale, con Fratoni, si è affrettata a chiudere questa pagina, rendendo ad oggi le notizie ufficiali sul “Tubone” indisponibili al pubblico. Grazie a questo vuoto d’informazione il PD può permettersi una conferenza stampa come quella di Ponte Buggianese, dove si è parlato di aria fritta.
L’annuncio dato dalla Fratoni, per l’ennesima volta, di una Consulta (già annunciata due anni fa, poi un anno fa e mai convocata) supera ora il limite dell’indecenza. Come Movimento chiediamo la riapertura immediata della pagina web aggiornata dove reperire informazioni sul Progetto e soprattutto l’istituzione di un sistema di garanzia partecipata, aperto ai cittadini, che sia reale; non come il “percorso partecipato” di qualche anno fa a Ponte Buggianese, costato più di 100 mila euro per poi disattenderne le indicazioni emerse.